Un recente studio condotto dal professor Marco Springmann dell’Università di Oxford ha identificato i legumi non trasformati, come fagioli, piselli e soia, come le migliori alternative a carne e latticini. La ricerca ha valutato le opzioni alimentari considerando vari aspetti, tra cui nutrizione, salute, ambiente ed economia. Questo approccio multidimensionale ha messo in evidenza i “co-benefici” di tali alimenti, mostrando come possano migliorare la salute, ridurre i costi e attenuare i danni ambientali.
Secondo i risultati dello studio, i legumi non trasformati hanno dimostrato di poter ridurre gli squilibri nutrizionali, migliorando l’apporto di proteine, fibre e nutrienti essenziali. Inoltre, il loro consumo può diminuire i rischi di malattie come patologie cardiache, diabete e alcuni tipi di cancro. È stato anche evidenziato come sostituire carne e latticini con legumi possa abbassare significativamente l’impronta ambientale, con una riduzione dell’uso di acqua e suolo. I legumi si sono dimostrati anche economicamente vantaggiosi, rendendo queste opzioni più accessibili a livello globale.
Lo studio ha anche esaminato prodotti vegetali lavorati, come hamburger plant-based e bevande vegetali, che, sebbene offrano benefici, presentano un impatto positivo più limitato a causa dell’energia richiesta per la lavorazione. Un’eccezione è il tempeh, un alimento fermentato a base di soia proveniente dall’Indonesia, che si posiziona subito dopo i legumi per la sua alta qualità nutrizionale e costi contenuti.
Inoltre, la ricerca ha considerato anche la carne coltivata in laboratorio, attualmente una tecnologia emergente ma con limiti significativi, come l’elevato consumo di energia e costi proibitivi. Sebbene questa soluzione possa eliminare la sofferenza animale, ha ancora bisogno di anni di sviluppo prima di diventare sostenibile e accessibile.
Adottare una dieta vegetale può apportare notevoli benefici alla salute e all’ambiente. Studi hanno dimostrato miglioramenti significativi nella salute cardiovascolare adoptando diete a base vegetale. Dal punto di vista ambientale, l’industria zootecnica ha un impatto notevole, contribuendo alle emissioni globali di gas serra. La transizione a una dieta plant-based è quindi cruciale nella lotta contro la crisi climatica, offrendo anche vantaggi economici per le famiglie, in particolare per quelle a basso reddito. Questo cambiamento, pur apparendo impegnativo, può portare a un sistema alimentare più equo e sostenibile.