Il sommo Pontefice ha espresso il proprio cordoglio ai familiari delle vittime dell’esplosione avvenuta il 9 dicembre a Calenzano, Firenze. Un telegramma del cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato del Vaticano, è stato letto dal parroco di Calenzano al termine della messa domenicale, sottolineando la vicinanza spirituale nella preghiera ai feriti e ai superstiti.
L’inchiesta sull’incidente ha portato la procura di Prato a richiedere una perizia sull’impiantistica strutturale del deposito Eni per stabilire le cause dell’esplosione, che ha causato 5 morti e 26 feriti, di cui due in gravi condizioni. A una settimana dal disastro, il 16 dicembre, magistrati e carabinieri effettueranno un sopralluogo tecnico con esperti per esaminare gli impianti del sito. I risultati di questa perizia potrebbero essere utilizzati in un incidente probatorio per il proseguimento del procedimento.
Il procuratore Luca Tescaroli ha formato un gruppo di consulenti tecnici per individuare le possibili responsabilità, in particolare nelle aree dell’impiantistica e della sicurezza sul lavoro. Si trovano coinvolti esperti, inclusi esplosivisti e medici legali, per esaminare i vari profili di responsabilità legati all’incidente. Le indagini attualmente considerano tre ipotesi di reato: la rimozione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro, omicidio colposo plurimo e crollo doloso di costruzioni.
In aggiunta, sono stati completati gli accertamenti autoptici, odontoiatrici e sul DNA delle vittime, consentendo l’identificazione dei resti umani e la loro restituzione ai familiari per i funerali. Il procuratore ha sottolineato l’importanza della riservatezza nelle indagini, che sono fondamentali per accertare le eventuali responsabilità e fornire risposte alle famiglie colpite dal lutto. La situazione rimane delicata e complessa, richiedendo l’attenzione delle autorità competenti per giungere a una conclusione accurata sui fatti e sulle responsabilità coinvolte.