Nell’ultima giornata del campionato di Serie A, la sedicesima, diversi episodi controversi hanno coinvolto arbitri e Var, con particolari polemiche nelle partite Juventus-Venezia e Cagliari-Atalanta. Nel match tra Juventus e Venezia, l’arbitro Giua ha fischiato un rigore nel recupero, portando i bianconeri al pareggio. Tuttavia, il fallo di mano di Candela, sebbene irregolare, non ha mostrato evidenti criteri di punibilità . Vi è il dubbio se il VAR avrebbe richiamato Giua al monitor se non avesse già fischiato.
Nel match Milan-Genoa, il direttore di gara Guida ha dovuto affrontare diverse situazioni confuse. Al 20′ un contatto dubbio in area con il giovane Miretti è stato giudicato non punibile, e al 23′ ci sono state proteste da parte del Milan per una trattenuta di Vogliacco su Leao, ma non ci sono stati interventi. La moviola di Cagliari-Atalanta ha visto l’arbitro Pairetto condurre la partita con una decisione controversa: un tocco di mano di Kossounou, avvenuto al 33′ del primo tempo, non è stato sanzionato nonostante le lamentele del Cagliari. L’assistente Garzelli, che sembrava avere una buona visuale, non ha aiutato Pairetto, e anche il VAR Paterna non è intervenuto, sollevando dubbi sulla mancanza di una revisione.
Infine, nella partita Como-Roma, un episodio simile ha fatto discutere: su un cross di Dybala, la palla ha colpito il braccio di Kempf, che non aveva il braccio attaccato al corpo. Tuttavia, l’arbitro Rapuano ha deciso di non fischiare, e la conferma del VAR ha lasciato qualche interrogativo irrisolto.
Questi episodi rivestono un’importanza fondamentale nel contesto del campionato, evidenziando le difficoltà nel gestire le decisioni arbitrali e l’interpretazione delle regole, creando così un forte dibattito tra squadre, tifosi e addetti ai lavori. La mancanza di uniformità nelle decisioni e nelle chiamate del VAR continua a sollevare questioni sulla necessità di una maggiore chiarezza e coerenza nel protocollo arbitrale.