Una ricerca recente ha rivelato che le giraffe preferiscono territori pianeggianti e non si avventurano su pendii oltre il 20%, limitando così le aree accessibili all’interno e all’esterno delle riserve protette. I risultati, ancora da pubblicare e presentati al meeting annuale della British Ecological Society a Liverpool, si basano su uno studio condotto in Sudafrica, che ha monitorato 33 giraffe tramite collari GPS. I ricercatori dell’Università di Manchester e dell’Università dello Stato Libero hanno scoperto che, sebbene tollerino pendenze fino al 12% per accedere a vegetazione favorevole, non riescono a muoversi su terreni con pendenze superiori al 20%, a causa della fatica e del rischio di cadute.
Jessica Granweiler, dottoranda dell’Università di Manchester, ha sottolineato come, contrariamente all’immagine comune delle giraffe che abitano savane piatte, preferiscano aree pianeggianti. Le giraffe sono resilienti in molti aspetti, ma questo studio mostra come non possano adattarsi a certi limiti fisiologici. I risultati evidenziano una discrepanza tra gli habitat ideali delle giraffe e quelli effettivamente disponibili. Utilizzando la soglia del 20% scoperta, i ricercatori hanno calcolato che in Namibia e Tanzania circa 8.000 km² potrebbero essere inaccessibili per le giraffe, mentre in Kenya e Sudafrica la cifra scende a circa 4.000 km².
Il problema è aggravato dalle riserve recintate, dove la topografia può ridurre significativamente l’area utile per le giraffe. Jessica ha fatto notare che se una riserva è di 200 ettari ma presenta una grande montagna nel centro, per le giraffe non ha realmente quell’estensione. È quindi fondamentale considerare la topografia nella pianificazione della conservazione, soprattutto nelle piccole riserve.
La professoressa Susanne Shultz ha evidenziato come gli ambienti ripidi rappresentino una sfida per le giraffe e che le aree naturali e protette sono spesso collocate in luoghi difficili da raggiungere per questi animali. Le giraffe, presenti in 21 paesi africani, stanno affrontando un declino delle popolazioni a causa di perdita di habitat, bracconaggio e conflitti con l’uomo. Tradizionalmente, le valutazioni di habitat si concentrano sulla vegetazione e tralasciano la topografia. Lo studio ha utilizzato dati GPS raccolti tra il 2011 e il 2023. Francois Deacon, coinvolto nella ricerca, ha sottolineato l’importanza di aumentare la consapevolezza sull’ecologia delle giraffe per migliorare la loro gestione e conservazione.