Il 18 dicembre 1964, la Pantera Rosa divenne protagonista di un cartoon di successo, dopo essere apparsa l’anno precedente nel film “The Pink Panther”. Creato dal disegnatore Friz Freleng e dal produttore David DePatie, il primo corto, “The Pink Phink”, presentava una trama semplice: un omino cerca di dipingere la sua casa di blu, ma la Pantera Rosa interviene, coprendola di rosa. La colonna sonora di Henry Mancini, con il suo celebre tema di sassofono, contribuì in modo significativo al successo del personaggio.
Freleng e DePatie fondarono il proprio studio di animazione per realizzare cortometraggi. La Pantera Rosa, con il suo comportamento flematico e la sua capacità di adattarsi, divenne subito popolare, ottenendo così il via a una serie di 124 cartoon che terminarono nel 1981. Sin da subito si decise di non utilizzare dialoghi, facendo affidamento sulla mimica e sulla musica per sottolineare le gag.
Freleng, cresciuto con Disney e con una lunga carriera a Warner Bros, portò una visione originale, ispirandosi anche a attori come Cary Grant e James Dean. Il personaggio, con personalità intricata e simpatica, rispecchiava diversi aspetti della vita, rendendolo accessibile a tutti. La Pantera Rosa divenne parte integrante di vari film legati all’ispettore Clouseau, allargando la sua presenza anche in TV, merchandising e fumetti.
Attraverso gli anni, la Pantera Rosa subì evoluzioni, ottenendo persino voce nel 1993, ma mantenne sempre la sua essenza unica. La resistenza del personaggio ai cambiamenti dei gusti del pubblico e la sua capacità di attrarre diverse generazioni sono state accompagnate dalla costante presenza della colonna sonora di Mancini, che Freleng considerò fondamentale per il successo dell’intera serie. In sintesi, la Pantera Rosa rappresenta un’icona dell’animazione, con una carriera che ha saputo mantenere la sua freschezza e appeal nel tempo.
