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mercoledì, 18 Dicembre, 2024
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Esplorando la Vita nell’Universo: Strutture Biologiche Autosufficienti Senza Pianeti

La vita potrebbe esistere anche in assenza di pianeti, secondo un’ipotesi avanzata dal planetologo Robin Wordsworth dell’Università di Harvard e dall’astrobiologo Charles Cockell dell’Università di Edimburgo, pubblicata sulla rivista Astrobiology. I ricercatori suggeriscono che gli organismi viventi abbiano la capacità di creare autonomamente le condizioni necessarie per la loro sopravvivenza nello spazio, senza dover dipendere da un ambiente planetario.

Il loro studio propone l’esistenza di ecosistemi che possano generare barriere biologiche in grado di simulare le condizioni abitabili riscontrate sulla superficie terrestre. Tali barriere avrebbero il compito di regolare elementi fondamentali come temperatura, pressione e umidità, creando un ambiente favorevole alla vita. Alcuni organismi presenti sulla Terra, come i cianobatteri, le alghe artiche e le formiche del Sahara, dimostrano una straordinaria capacità di adattarsi a condizioni estreme. Trasponendo questa capacità nello spazio, le barriere biologiche potrebbero consentire l’ingresso di luce necessaria per la fotosintesi, bloccare i raggi ultravioletti, trattener chale sostanze volatili nel vuoto e mantenere l’acqua in stato liquido.

Secondo Wordsworth e Cockell, queste strutture biologiche autonome potrebbero stabilire condizioni abitabili a distanze fra 1 e 5 unità astronomiche dal Sole, dove un’unità astronomica corrisponde alla distanza media tra la Terra e il Sole (circa 149 milioni di chilometri). Gli autori concordano sul fatto che un sistema biologico capace di rigenerarsi e svilupparsi non contraddice alcuna legge fisica o chimica conosciuta, il che apre a scenari in cui forme di vita completamente diverse da quelle terrestri potrebbero prosperare in ambienti non convenzionali, anche attorno a altre stelle.

Inoltre, questi habitat viventi situati fuori dalle tradizionali zone abitabili potrebbero emettere biosegnali insoliti ma identificabili. I ricercatori ipotizzano che tali segnali potrebbero essere studiati e rilevati, ampliando così le possibilità di ricerca sulla vita extraterrestre e sollevando interrogativi sull’esistenza di forme di vita che sfuggono alle attuali definizioni e conoscenze scientifiche.

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