Sono in corso indagini sull’incidente mortale avvenuto nel porto di Genova, dove ha perso la vita Giovanni Battista Macciò, un portuale di 52 anni della Culmv. L’incidente si è verificato intorno alle 3 di notte nell’area ‘ferrovia’ del terminal Psc-Vte, quando Macciò stava smarcando sigilli da un mezzo fermo ed è stato travolto da una motrice in manovra. Il video dell’incidente mostra la rapidità con cui si è verificato, con il mezzo che ha fatto una manovra a ‘u’ prima di colpire Macciò. Nonostante i tentativi di soccorso, è deceduto sul colpo.
Un secondo portuale, G.C., anch’egli coinvolto nell’incidente e a bordo del mezzo fermo, ha riportato gravi ferite, tra cui un trauma cranico e fratture vertebrali, ma è stato dichiarato fuori pericolo dopo i controlli in ospedale. Alla guida della motrice c’era P.R., un altro portuale di 54 anni, che è stato sottoposto ad esami tossicologici. Non si esclude l’ipotesi di un malore o di un colpo di sonno, e un fascicolo è stato aperto per indagare sull’accaduto.
Macciò, originario di Chiavari e figlio di portuali, lavorava in Culmv dal 1997 e lascia una moglie e un figlio. I colleghi lo ricordano come una persona generosa e laboriosa. Sergio Meneghello, un amico di infanzia, ha raccontato di come abbia compreso la gravità della situazione quando è stato avvertito dell’incidente.
Duilio Falvo, segretario della Uiltrasporti Liguria, ha espresso la sua preoccupazione per la sicurezza nel lavoro portuale, sottolineando l’età avanzata degli operatori e l’assenza di un ricambio generazionale. Inoltre, ha evidenziato come le difficoltà del settore, tra notti di lavoro e ritmi intensi, aumentino il rischio di incidenti. Stefano Degli Innocenti, coordinatore della Uiltrasporti Genova, ha fatto notare che la continuità nel lavoro portuale è messa a rischio dalla mancanza di giovani, aumentando l’incidenza di malori e cali di attenzione tra i lavoratori, prevalentemente over 50.