Nei giorni delle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo, si è assistito a un acceso dibattito in Parlamento e nelle trasmissioni televisive italiane. L’opposizione ha centrato le sue critiche esclusivamente sulla Meloni, accusando la manovra economica di essere inadeguata e superficiale. Carlo Calenda di Azione ha definito la manovra uno “spettacolo indecoroso”, condivisa da Maria Elena Boschi di Italia Viva, la quale ha affermato che Meloni stia prendendo in giro gli italiani. Al contempo, Francesco Storace ha suggerito di avere pazienza, citando una lettera di Ursula von der Leyen.
Nei talk show, diversi esponenti politici hanno espresso il loro disappunto sulla manovra. Raffaella Paita ha commentato che l’approccio del governo non affronta i problemi reali, in particolare quello della sanità. Calenda ha continuato a lamentarsi degli stipendi degli alti funzionari e della mancanza di interventi forti su sanità e salari. Boschi ha criticato la priorità data agli aumenti per i ministri rispetto alle donne vittime di violenza, mentre Alessandro Barbera ha descritto la manovra come prudente, ma insoddisfacente.
Anna Ascani del Partito Democratico ha sottolineato la mancanza di aiuti per le famiglie rispetto all’aumento dei costi energetici. Ettore Licheri del Movimento 5 Stelle ha fatto notare il declino del Paese, e Peter Gomez ha qualificato la manovra come un “pasticcio” privo di misure per le pensioni e il salario minimo. Alessandro Di Battista ha accusato Meloni di essere una “cameriera della Nato”, con Chiara Appendino che ha sostenuto che non si tratta di sovranismo, ma di rinunciare alla propria autonomia.
Maurizio Landini, leader sindacale, ha criticato il governo per la sua gestione della precarietà e della sanità. Inoltre, Matteo Renzi ha proposto di utilizzare i centri in Albania per ospitare detenuti albanesi, mentre Ivan Scalfarotto ha attirato l’attenzione sul bisogno di infermieri, suggerendo l’importazione da paesi come l’India. Infine, Ylenja Lucaselli ha affermato che l’innovatività dell’Italia è stata riconosciuta e che i problemi pratici non devono sminuire l’idea alla base delle politiche del governo.