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giovedì, 19 Dicembre, 2024
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La dislessia: un’analisi genetica

La dislessia ha una base genetica, come dimostrato da uno studio condotto dai ricercatori del Max Planck Institute, pubblicato su Science Advances, che ha coinvolto oltre 35.000 adulti. La ricerca ha analizzato dati provenienti dal UK Biobank e da 23andMe, identificando 35 varianti genetiche associate a specifiche strutture cerebrali legate alla predisposizione alla dislessia e ad altre condizioni. Questo studio rappresenta un avanzo significativo nella comprensione dei fattori neurobiologici che influenzano la dislessia, suggerendo una sua eterogeneità.

Il Max Planck Institute ha svolto il più ampio studio di neuroimaging sulla dislessia, confermando che fino al 7% dei bambini in età scolare vive questa condizione. Ricerche precedenti avevano già evidenziato differenze strutturali nell’emisfero sinistro del cervello, collegate a predisposizioni genetiche, ma queste riguardavano campioni ridotti. L’approccio attuale è analitico e mirato a stabilire correlazioni tra varianti strutturali del cervello e dislessia. Utilizzando studi di associazione genomica (GWAS) della UK Biobank, i ricercatori hanno calcolato i punteggi poligenici di dislessia (PGS) per otto tratti associati alla malattia.

I dati fenotipici, cioè quelli relativi alle caratteristiche morfologiche e funzionali influenzate dall’interazione tra genetica e ambiente, sono stati analizzati insieme ai dati di imaging provenienti dalla Biobank, che hanno coinvolto oltre 35.231 adulti. Questa analisi ha rivelato correlazioni evidenti tra i volumi delle strutture cerebrali e i punteggi poligenici di dislessia, legati alle 35 varianti genetiche. Si è osservato che le riduzioni di volume nella capsula interna del cervello sono associate alla predisposizione genetica alla dislessia e all’ADHD, nonché a prestazioni inferiori nella lettura e nel linguaggio.

Inoltre, la diminuzione del volume della corteccia motoria sembra specificamente correlata alla predisposizione genetica alla dislessia. Queste scoperte hanno importanti implicazioni per la comprensione dei meccanismi neurobiologici alla base della dislessia e potrebbero fornire informazioni utili per strategie di intervento e supporto per coloro che ne sono affetti.]

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