Il 20 dicembre 2024, il ministro Matteo Salvini è stato assolto nel processo relativo all’operazione Open Arms, dove era accusato di sequestro di persona e abuso d’ufficio. La sentenza è stata pronunciata dal Tribunale di Palermo e il giudice ha dichiarato che “il fatto non sussiste”. La legale di Salvini, Giulia Bongiorno, ha commentato la decisione con entusiasmo, definendola un’assoluzione piena, senza condizioni.
Il caso aveva suscitato un ampio dibattito politico e sociale in Italia e oltre. Salvini, ex ministro dell’Interno e leader della Lega, era stato sotto inchiesta per il suo ruolo nel bloccare l’accesso di migranti a bordo della nave Open Arms nel 2019. La nave, gestita dall’ONG spagnola Open Arms, aveva salvato diverse persone nel Mediterraneo e si trovava in attesa di un porto sicuro per far sbarcare i profughi.
Durante il processo, l’avvocato di Salvini ha sostenuto che le azioni del ministro erano giustificate da motivi di sicurezza nazionale e che egli stava applicando le leggi italiane per controllare i flussi migratori. In particolare, la difesa ha evidenziato il contesto politico e le pressioni a cui Salvini era sottoposto, in un momento in cui l’immigrazione era un argomento contestato nel dibattito pubblico italiano.
Diversi testimoni, tra cui membri del governo e esperti di diritto internazionale, sono stati chiamati a testimoniare, portando avanti argomentazioni contrapposte riguardo ai doveri delle istituzioni di accogliere i migranti. Tuttavia, il tribunale ha ritenuto che non ci fossero prove sufficienti per dimostrare che le azioni di Salvini costituissero reato.
La sentenza ha generato reazioni diverse. Da un lato, i sostenitori di Salvini hanno esultato, vedendo l’assoluzione come una vittoria per la loro ideologia e per la sua posizione sul tema dell’immigrazione. Dall’altro lato, critiche e preoccupazioni sono emerse da chi sostiene che le politiche di chiusura nei confronti dei migranti violino i diritti umani fondamentali.
In conclusione, l’assoluzione di Salvini rappresenta un momento significativo nella politica italiana, riflettendo le profonde divisioni nel Paese sulla questione dell’immigrazione e sul ruolo delle ONG nel salvataggio in mare.
