Le autorità malaysiane hanno annunciato la ripresa delle ricerche del volo MH370 della Malaysia Airlines, scomparso dai radar l’8 marzo 2014. Il ministro dei Trasporti, Anthony Loke, ha dichiarato che il governo esplorerà una nuova area dell’Oceano Indiano meridionale, affidando la missione alla Ocean Infinity, un’azienda che aveva già avviato un’operazione di ricerca all’inizio dell’anno. La nuova ricerca si concentrerà su un’area di circa 15.000 chilometri quadrati. Tuttavia, il governo malese ha specificato che pagherà 70 milioni di dollari soltanto se l’azienda riuscirà a individuare eventuali tracce dell’aereo scomparso.
Loke ha sottolineato la “responsabilità e l’obbligo” del governo nei confronti delle famiglie che hanno perso i loro cari in seguito alla scomparsa del volo. Ha espresso la speranza di poter “dare una giusta conclusione” a chi sta aspettando da oltre dieci anni notizie sui propri familiari. Il ministro ha affermato: “La nostra responsabilità, il nostro obbligo e impegno sono verso i parenti più prossimi. Speriamo che questa volta la ricerca sia positiva, che il relitto venga trovato e che si concluda la questione per le famiglie.”
Il volo della Malaysia Airlines, che partì dall’aeroporto internazionale di Kuala Lumpur con destinazione Pechino, svanì nei cieli sopra l’Oceano Indiano con tutti i 239 occupanti a bordo, dei quali 227 passeggeri e 12 membri dell’equipaggio. Negli anni successivi alla scomparsa, alcuni detriti dell’aereo sono stati rinvenuti lungo le coste africane e su diverse isole dell’Oceano Indiano. Nonostante le difficoltà, i familiari delle vittime non si sono mai arresi nella ricerca della verità.
In passato, era emersa l’idea che uno dei piloti potesse avere motivazioni suicide per la tragedia, ma molte altre ipotesi sono state formulate senza che si giungesse a una conclusione definitiva. Le ricerche hanno rappresentato un tema di grande rilevanza pubblica e personale, da un lato per il mistero che circonda la scomparsa e dall’altro per il dolore delle famiglie che attendono ancora risposte. La nuova iniziativa di ricerca rappresenta quindi una speranza rinnovata per molte persone.