Il percorso del disegno di legge (ddl) sicurezza al Senato si sta rivelando complesso per il Governo. Presentato dal Consiglio dei ministri oltre un anno fa, il ddl è stato approvato alla Camera il 18 settembre 2023. Il testo prevede l’introduzione di più di venti nuovi reati, con innalzamenti di pena e aggravanti, e include misure riguardanti il blocco stradale o ferroviario, le normative ‘anti-Ponte’ e ‘anti-Tav’, il contrasto alle occupazioni abusive e l’autorizzazione per gli agenti di pubblica sicurezza a portare armi anche fuori servizio.
Il 11 dicembre, il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha annunciato possibili modifiche, ma la Lega ha subito opposto un fermo “no” all’ipotesi di una terza lettura alla Camera. Alcune criticità sono state segnalate informalmente dal Quirinale, e ignorarle potrebbe danneggiare i rapporti tra il Governo e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che deve promulgare le leggi. L’iter è slittato al 2025, con le commissioni Affari costituzionali e Giustizia del Senato che si riuniranno a gennaio, probabilmente a metà mese.
A complicare ulteriormente la situazione, un conflitto è emerso tra il Consiglio d’Europa e il presidente del Senato, Ignazio La Russa, dopo che il Commissario per i diritti umani, Michael O’Flaherty, ha avvertito dei rischi per lo Stato di diritto in Italia, esortando i senatori a non votare il ddl senza modifiche significative. La Russa ha respinto queste affermazioni come un’inaccettabile interferenza nelle decisioni di un’assemblea parlamentare.
In Senato, le opposizioni hanno presentato oltre 1.500 proposte di modifica, ma i primi emendamenti sono stati tutti bocciati, in particolare quelli riguardanti il reato di blocco stradale. Questa norma è stata difesa dal centrodestra e contestata dalle opposizioni, che la definiscono “liberticida”. Il ddl comprende 38 articoli, e restano da esaminare i due terzi del testo, in particolare quelle parti più controverse. Tra le questioni da considerare ci sono l’obbligo di rinvio della pena per madri incinte e il divieto di vendita di SIM ai migranti senza permesso di soggiorno. Ci sono anche articoli riguardanti la resistenza passiva nelle carceri e l’aggravante per la resistenza a pubblico ufficiale durante proteste contro infrastrutture strategiche. La questione dell’equiparazione della cannabis light alla droga continua a sollevare proteste, ma per ora il Governo ha mantenuto una posizione ferma.