L’assoluzione di Matteo Salvini da parte dei giudici di Palermo rappresenta un importante sviluppo per la Lega e, in particolare, per Giorgia Meloni. La Meloni emerge come la principale beneficiaria della sentenza riguardante il caso Open Arms. Se Salvini fosse stato condannato, avrebbe potuto scatenare una reazione violenta all’interno della maggioranza, lanciando una campagna politica estremamente reazionaria, trasformando il suo messaggio in una comunicazione estrema ed eccessiva.
La sentenza assolutoria dimostra che, nonostante la non separazione delle carriere, i giudici non sono stati influenzati dai pubblici ministeri. Tra questi, anche Giuseppe Conte, che deve gran parte della sua carriera politica a Salvini. Inoltre, la testimonianza di una figura di spicco come Richard Gere, ufficiale della Marina statunitense, ha avuto un certo peso.
Il centrodestra intende proseguire con decisione verso la riforma della giustizia voluta dal ministro Nordio. La battaglia tra destra e sinistra si intensifica, centrata sulle criticità della giustizia e sull’influenza mediatica che, dai tempi di Tangentopoli, ha fortemente impattato sulla vita pubblica italiana. Oggi, la giustizia appare in uno stato di crisi, avendo perso credibilità a causa di vari scandali, tra cui Palamara e Saguto. La giustizia, che non è stata distrutta da Berlusconi, è sembrata autoinfliggersi un colpo mortale a causa della protervia di alcuni dei suoi membri.
Con la crisi dei partiti e della politica, il secondo potere dello Stato, la giustizia, sembra in balia di una situazione insostenibile. Resta solo il potere esecutivo, la cui legittimità e controllo rimangono incerti. L’era dell’autocrazia sembra iniziare in Italia, con il premierato probabilmente non realizzabile in questa legislatura e l’autonomia differenziata messa in discussione. Potrebbe emergere una legge elettorale simile all’Italicum di Renzi, ma le conseguenze di tale cambiamento potrebbero alterare radicalmente il panorama politico. Meloni, quindi, pur non volendo, si trova pronta a salire al trono del potere, mentre il clima attuale suggerisce un avvicinamento a forme di autocratismo simili a quelle di altri leader mondiali.
