Le popolazioni amazzoniche precoloniali avevano già sviluppato tecniche di allevamento delle anatre e agricoltura del mais prima dell’arrivo degli europei. Questa scoperta proviene da uno studio pubblicato su Nature Human Behaviour, condotto dagli scienziati dell’Università di San Paolo. Il team, guidato da Tiago Hermengildo, ha analizzato resti umani e animali dalla Bolivia di circa 1.300 anni fa, suggerendo che la gestione di colture e animali sia iniziata prima della colonizzazione.
Studi precedenti avevano già sottolineato l’importanza di colture come manioca, zucca e patate dolci in alcune zone del bacino amazzonico, ma mancavano dati diretti sulla relazione tra popolazioni umane, animali e colture, in particolare nella regione boliviana abitata dal popolo Casarabe, noto per i monumentali tumuli di Llanos de Mojos. La ricerca ha esaminato le ossa di 86 individui di diverse età e generi e 68 animali, comprese specie di mammiferi, rettili, uccelli e pesci, risalenti al periodo tra il 700 e il 1400 d.C. a Llanos de Mojos.
I risultati hanno rivelato che il mais era un alimento comune per tutti i campionati e il consenso di consumo ha raggiunto il picco tra il 700 e l’800 d.C. Inoltre, i dati indicano che l’allevamento delle anatre risaliva già al 110 d.C. Gli studiosi hanno notato un costante declino del mais come coltura principale dopo l’800 d.C., suggerendo che il popolo Casarabe potesse diversificare le proprie pratiche agricole, aumentando il commercio con altre comunità.
In conclusione, il mais era già coltivato nell’Amazzonia boliviana prima dell’emergere della cultura Casarabe nel 500 d.C., ma è probabile che questo popolo abbia avuto un ruolo significativo nel renderlo un alimento fondamentale per le diete umane e animali. La ricerca offre nuove intuizioni sulla complessità della vita agricola e animale delle popolazioni amazzoniche precoloniali, ampliando la comprensione del loro impatto ecologico e culturale prima dell’arrivo degli europei.