La letteratura può essere vista come un surrogato della vita, e l’autofiction, in particolare, potrebbe apparire come una forma elegante di autoindulgenza. Un esempio di questa dinamica è fornito dal libriccino di Annie Ernaux, “Il ragazzo”, pubblicato poco prima della sua vittoria del Premio Nobel per la Letteratura nel 2022. In questo racconto, Ernaux narra la sua esperienza di una relazione con un uomo trenta anni più giovane. La protagonista, che funge da alter ego dell’autrice, vive un amore spensierato e passionale nei weekend nell’appartamento di un giovane studente a Rouen.
In questo contesto, si evidenziano le differenze di classe e di esperienza tra i due: lei è una borghese divorziata, femminista e libera, che introduce il ragazzo alla letteratura e alle sfide dell’età adulta, mentre lui rappresenta un riflesso della sua giovinezza, un “toy boy”. La relazione diventa un modo per Ernaux di sfuggire alle costrizioni materiali e spirituali della sua vita passata. Nella recensione di Annalena Benini su Il Foglio, si sottolineava che entrambe le parti avevano beneficiato dello scambio.
Tuttavia, un nuovo capitolo si apre con l’uscita allo scoperto di A., il ragazzo, che ora si presenta come Philippe Vilain, professore di francese. Vilain ha scritto la sua versione della storia, pubblicata in Francia con il titolo “Mauvais élève”, in cui esprime il malcontento per essere stato considerato poco più di un oggetto di piacere. Nella sua riflessione, si interroga su come sarebbe ricevuto un racconto simile se fosse lui a scriverlo, ponendo la questione delle dinamiche di potere all’interno delle relazioni amorose e di come la narrativa possa riflettere e perpetuare tali dinamiche.
In definitiva, il discorso di Vilain evidenzia una certa fatica nel digerire la condiscendenza percepita nell’amore, mentre sembra sfruttare la notorietà dell’ex compagna per guadagnare visibilità. Entrambi gli autori, così, si ritrovano a negoziare le loro identità e le loro esperienze in un contesto di sfide letterarie e personali, rivelando la complessità delle relazioni umane attraverso la scrittura.
