Domani la premier Giorgia Meloni avrà un doppio appuntamento: una conferenza stampa alla Camera dei Deputati, con 160 giornalisti accreditati, e una riunione del Consiglio dei ministri. L’attenzione è rivolta in particolare alla liberazione di Cecilia Sala, una giornalista italiana tornata in patria e accolta a Ciampino da Meloni e dal ministro degli Esteri Antonio Tajani. Il governo manifesta orgoglio per il successo della “diplomazia italiana”, ricevendo complimenti anche dall’opposizione per la rapidità del rilascio dopo la prigionia di Sala. Durante le discussioni interne del partito di Meloni, Fratelli d’Italia (FdI), i parlamentari elogiavano il lavoro della premier, recentemente tornata da un importante incontro con il presidente americano Donald Trump a Mar-a-Lago, considerato decisivo per la risoluzione del caso.
Attualmente, si sta esaminando la situazione di Mohammaed Abedini, un ingegnere iraniano arrestato all’aeroporto di Malpensa su richiesta degli Stati Uniti lo scorso dicembre. Secondo alcune fonti statunitensi, Abedini potrebbe essere rilasciato e rimpatriato in Iran. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha precisato che esiste un trattato di estradizione con gli USA, ma ha smentito di aver avuto incontri a Palazzo Chigi specificamente su Abedini. Meloni si prepara a un incontro con il presidente Joe Biden, dove parlerà anche di riforme e della situazione con Space X riguardo al sistema di comunicazioni satellitari Starlink, ribadendo che non esiste alcuna firma ma difendendo il rapporto con Elon Musk.
L’opposizione intende chiedere che la premier riferisca in Aula. Il Consiglio dei ministri è previsto per le 18 e potrebbe discutere anche della successione di Elisabetta Belloni alla guida del Dis, con il prefetto Vittorio Rizzi in pole position. Inoltre, sarà ufficializzata la nomina di Fabrizio Curcio come nuovo Commissario straordinario alla ricostruzione dopo l’alluvione in Emilia-Romagna, Marche e Toscana, in sostituzione di Francesco Paolo Figliuolo.
Infine, si prevede un impugnativa davanti alla Consulta contro una norma del Consiglio regionale campano che frena il terzo mandato per i presidenti di Regione, influenzando le carriere di Vincenzo De Luca e Luca Zaia. Fonti interne alla Lega avvertono di un pessimismo riguardo al futuro di Zaia nella sua regione.
