In una recente audizione davanti alla Commissione bicamerale di inchiesta sulle scomparse di Mirella Gregori ed Emanuela Orlandi, don Pietro Vergari, ex rettore della basilica di Sant’Apollinare e cappellano del carcere di Regina Coeli, ha rilasciato importanti dichiarazioni riguardanti la sua conoscenza di Emanuela Orlandi e il suo rapporto con l’ex boss della banda della Magliana, Enrico De Pedis. Nonostante le sue condizioni di salute fragili e la necessità di utilizzare una carrozzina, don Vergari ha affrontato l’udienza con determinazione.
La sua prima affermazione è stata categorica: don Vergari ha dichiarato di non aver mai conosciuto Emanuela Orlandi, la quale è scomparsa nel 1983, alimentando così le speculazioni e le teorie che circondano il suo caso. In merito a De Pedis, invece, ha descritto l’uomo in termini positivi, definendolo “buono e gentile”. Secondo don Vergari, Enrico De Pedis, noto anche come Renatino, era un frequentatore devoto della chiesa di Sant’Apollinare, dove portava regolarmente fiori come gesto di affetto.
Il rapporto tra don Vergari e De Pedis è particolarmente significativo, poiché fu proprio il sacerdote a intercedere per la sepoltura del boss nella basilica di Sant’Apollinare, dopo che De Pedis fu ucciso nel 1990 in via del Pellegrino. La concessione del luogo di sepoltura a un personaggio legato alla criminalità organizzata ha suscitato diverse polemiche e interrogativi nel corso degli anni, ma don Vergari ha difeso la sua decisione, sottolineando la sua umanità e il carattere gentile di De Pedis.
Questa testimonianza di don Vergari offre uno spaccato interessante sul contesto romano degli anni ’80 e ’90, in cui criminalità, chiesa e politica si intrecciano in modi complessi e spesso controversi. La sua audizione, inoltre, si inserisce in un quadro più ampio di indagini che continuano a cercare verità e giustizia per i casi di scomparsa, tra cui quelle di Orlandi e Gregori, personaggi emblematici di un’epoca segnata da misteri irrisolti.