Dimettersi per andare al voto prima della sentenza della Corte Costituzionale sull’impugnazione della legge elettorale campana da parte del governo è un’idea che potrebbe affascinare Vincenzo De Luca. Il presidente della Regione ha convocato una conferenza stampa per domani, lasciando intatta l’incertezza sui temi da trattare. Tuttavia, il tempismo del suo comunicato, avvenuto poco dopo l’annuncio dell’impugnazione da parte di Giorgia Meloni, suggerisce un possibile ordine del giorno preoccupato dall’evoluzione politica.
Un parlamentare campano del Pd afferma che “la voce gira”, ma le reali intenzioni di De Luca restano sconosciute. Tra i membri del Partito Democratico, la situazione attuale appare delicata. Nonostante le caratteristiche da showman di De Luca, è riconosciuto come un politico di lungo corso, consapevole delle proprie limitazioni. L’idea di interrompere la legislatura per difficoltà con i vertici potrebbe essere malvista dai suoi stessi sostenitori, specialmente considerando che ci sono otto o nove mesi di stipendio per i consiglieri in carica da difendere.
I dirigenti del Partito Democratico hanno lasciato intendere la loro determinazione a proseguire la strada intrapresa: De Luca non sarà il candidato del partito alle prossime elezioni campane, indipendentemente dall’esito dell’impugnazione. Il commissario campano, Antonio Misiani, ha chiarito che la posizione del Pd sul terzo mandato per i Presidenti di Regione è nota e valida in tutto il Paese.
In questo contesto, il Pd guarda anche ad altre regioni, come il Veneto, dove l’impedimento al terzo mandato potrebbe complicare la ricandidatura di Luca Zaia, aprendo possibili conflitti all’interno della maggioranza. Al segretario del Pd veneto, Andrea Martella, l’impugnazione della legge campana è vista come una opportunità per il centrosinistra. D’altra parte, Zaia ha avvertito che “cambiare per cambiare non assicura consenso”, rimarcando l’importanza di una strategia condivisa con i compagni di governo.
In conclusione, nel Pd si è consapevoli che la divisione del centrodestra non garantisce automaticamente il successo. Sarà necessario attrarre amministratori e sindaci di successo per conquistare la Regione, in attesa di ulteriori sviluppi sul tema del terzo mandato.