Il leader siriano Ahmed Al-Sharaa ha suscitato polemiche rifiutando di stringere la mano alla ministra degli esteri tedesca Annalena Baerbock, presente a Damasco insieme al suo omologo francese, Jean-Noel Barrot. Il gesto di Al-Sharaa è stato interpretato come un’applicazione rigorosa delle norme islamiche, che vietano il contatto fisico tra persone di sesso opposto se non sono legate da matrimonio o parentela. Baerbock, che indossava abiti casual, non ha ricevuto supporto da Al-Sharaa, il quale ha teso la mano solo a Barrot. Questo episodio ha alimentato l’ansia circa la possibilità di un’imposizione di rigidi valori islamici nelle politiche siriane, specialmente nei confronti delle donne.
I rappresentanti europei hanno visitato la Siria in segno di sostegno a un governo di transizione dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad. Nonostante l’incidente, Baerbock ha minimizzato l’accaduto, affermando che si aspettava di non ricevere una normale stretta di mano. Al-Sharaa guida Hayat Tahrir al-Sham (HTS), un gruppo islamista che ha dichiarato di aver cessato i legami con Al-Qaeda nel 2017. HTS ha istituito un governo di fato nella provincia di Idlib e ha recentemente preso il controllo di Damasco, creando preoccupazioni sui diritti delle minoranze e delle donne.
Al-Sharaa ha dichiarato che potrebbero passare anni prima di poter tenere elezioni democratiche, mentre Barrot ha affermato di aver ricevuto garanzie dalla nuove autorità siriane riguardo alla partecipazione delle donne alla transizione politica. Baerbock e Barrot hanno evidenziato che i diritti delle donne sono indicatori cruciali delle libertà sociali in una società.
Il conflitto in Siria, iniziato nel 2011, ha portato a una guerra civile devastante che ha causato centinaia di migliaia di morti e sfollato milioni di persone. Al-Sharaa ora deve affrontare la sfida di unire una nazione divisa, riportare le milizie sotto controllo governativo e ricostruire l’economia, un’impresa che richiederà ingenti risorse finanziarie.