Un debole modello climatico di La Niña è emerso nell’Oceano Pacifico, con un ritardo rispetto alle previsioni iniziali. Questo evento aumenterà il rischio di siccità e forti piogge in diverse regioni del mondo, ma tenderà a ridurre le temperature medie globali. L’Oceano Pacifico tropicale orientale attraversa cicli noti come El Niño Southern Oscillation (ENSO), e La Niña rappresenta la fase fredda di tale ciclo. Questo fenomeno si verifica normalmente ogni tre o cinque anni, quando gli alisei si rafforzano, spingendo acque più fredde verso ovest lungo la costa del Sud America.
Secondo la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) degli Stati Uniti, le temperature della superficie del mare nel Pacifico orientale sono state più fredde della media per diversi mesi, ma solo recentemente sono scese al di sotto della soglia necessaria per dichiarare La Niña. Anche i modelli del vento ora indicano condizioni di La Niña. La NOAA prevede che questo fenomeno continuerà fino ad aprile 2025, prima che le temperature tornino a una condizione neutra. Nonostante si tratti di un evento debole, le temperature della superficie del mare più basse del normale influenzeranno significativamente i modelli meteorologici globali, aumentando i rischi di siccità in alcune aree del Nord e Sud America e di intense piogge in Australia e nel Sud-Est asiatico.
La Niña tende a ridurre le temperature medie globali, sebbene l’effetto di raffreddamento sia proporzionale all’intensità dell’evento, come affermato da Pedro DiNezio dell’Università del Colorado Boulder. Le temperature globali si sono raffreddate col passaggio da un caldo El Niño a condizioni neutre e ora a La Niña, ma rimangono sopra la media in gran parte del pianeta, inclusi gli oceani. La transizione verso La Niña indica temperature nel Pacifico tropicale orientale più fredde della media, ma le temperature globali della superficie marina sono ancora oltre 0,5°C sopra la media.
Karin Gleason della NOAA ha osservato che gli oceani si sono raffreddati lentamente a causa del caldo record manifestatosi tra la metà e la fine del 2023. È comune che La Niña emerga tardi, anche dopo un forte evento di El Niño, ma il ritardo di questa transizione è stato maggiore del previsto dai meteorologi. Non è chiaro perché le previsioni fossero così imprecise e se il cambiamento climatico causato dall’uomo abbia avuto un ruolo in questo ritardo.