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martedì, 14 Gennaio, 2025
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Noradrenalina e Sonnifero: Il Gioco dell’Energia e del Relax

Il lavaggio del cervello può essere sia positivo che negativo. Quello autoindotto, legato al sonno profondo, è benefico, poiché promuove la depurazione e il ristoro delle funzioni cerebrali. Durante il sonno profondo, il cervello rimuove le tossine accumulate durante le ore di veglia, un processo attivato dalla noradrenalina. Questo neurotrasmettitore provoca contrazioni ritmiche dei vasi sanguigni, facilitando l’eliminazione delle scorie attraverso il sistema glinfatico. Uno studio condotto dall’Università di Copenhagen e pubblicato sulla rivista Cell ha osservato che, durante il sonno profondo, una parte del cervello, il tronco encefalico, rilascia ondate di noradrenalina ogni 50 secondi. Queste ondate risultano fondamentali per pulire il cervello, paragonando il processo all’accensione di una lavastoviglie.

Il coordinatore dello studio, Maiken Nedergaard, sottolinea che queste ondate di noradrenalina sono essenziali per il “lavaggio” del cervello. L’autrice principale, Natalie Hauglund, descrive come la noradrenalina funzioni come un direttore d’orchestra, gestendo l’armonia tra la contrazione e dilatazione delle arterie e spingendo il liquido cerebrospinale attraverso il cervello per rimuovere i prodotti di scarto. Tuttavia, l’uso di farmaci per l’insonnia come il zolpidem ha mostrato effetti negativi: i topi trattati hanno visto ridurre le ondate di noradrenalina durante il sonno profondo del 50%, e il trasporto di fluidi nel cervello è diminuito di oltre il 30%.

Hauglund evidenzia l’importanza di comprendere se l’uso di sonniferi produca un sonno di qualità. Con il crescente ricorso a questi farmaci, è fondamentale che le persone siano informate sui possibili effetti collaterali per prendere decisioni consapevoli riguardo al proprio riposo. I ricercatori ritengono che i risultati possano essere applicabili anche agli esseri umani, poiché il cervello umano presenta un sistema glinfatico e una dinamica simile di noradrenalina. La ricerca futura potrebbe aprire la strada a nuove terapie per un sonno salutare e aiutare a chiarire il rapporto tra la qualità del sonno e malattie neurologiche come l’Alzheimer.

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