23 Settembre 2024

A fine anno avrà aderito la metà di quanto previsto

pensioni rivalutazione ansa 1

L’adesione alla nuova Quota 103 è più bassa del previsto, dopo la stretta introdotta per il 2024 che impone il ricalcolo contributivo dell’assegno: le domande per la nuova Quota 103 (62 anni di età e 41 di contributi) arrivate all’Inps sono circa 7.000 e a fine anno potrebbero essere circa la metà di quelle stimate nella legge di Bilancio per l’anno (17mila).

Quota 103 (62 anni di età e 41 di contributi)

pensioni inps

Tra questi, circa il 20% potrebbero essere respinti. Lo apprende l’ANSA da fonti vicine al dossier ‘manovra di bilancio’, secondo le quali potrebbe essere possibile confermare la misura stanziando circa il 70% di quanto stanziato l’anno scorso.

Per la misura Quota 103 sono stati stanziati nella legge di Bilancio per il 2024 149 milioni di euro, grazie al fatto che l’allungamento della finestra mobile ha portato le prime uscite ad agosto, 835 milioni nel 2025 e 355 nel 2026).

La penalizzazione economica

La scarsa adesione alla misura è legata alla penalizzazione economica che si avrebbe con il ricalcolo contributivo e alla scarsa convenienza in termini di anticipo rispetto all’uscita con 42 anni e 10 mesi, indipendentemente dall’età (41 e 10 per le donne).

Se si accede alla pensione con Quota 103, infatti, è necessario avere 41 anni di contributi e aspettare 7 mesi di finestra mobile (9 per il pubblico impiego), si anticiperebbe quindi di appena un anno e sei mesi rispetto all’uscita con 42 anni e 10 mesi, che salirebbero a 43 anni e un mese con i tre mesi di finestra mobile previsti per questa misura.

A chi conviene

L’anticipo si riduce ulteriormente per i lavoratori pubblici (solo di un anno e quattro mesi) e in particolare per le donne, che uscirebbero con Quota 103 con 41 anni e 9 mesi e con l’anticipata, indipendentemente dall’età, con 42 anni e un mese. I pensionandi, inoltre, fanno i conti su quanto perderebbero con il ricalcolo completamente contributivo.

L’anticipo potrebbe portare a un assegno non troppo diverso in caso di carriera piatta, ma molto penalizzante in caso di carriera rapida con un aumento consistente delle retribuzioni negli ultimi anni di lavoro. Quindi la scelta diventa conveniente per chi ha lasciato o è costretto a lasciare il lavoro solo se non ha avuto una rapida progressione di carriera e retribuzione.

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