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venerdì, Ottobre 11, 2024
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Accordo con l’Albania: completati i centri per accogliere fino a 3000 migranti in Italia

I due centri di accoglienza costruiti in Albania per ospitare i migranti sbarcati in Italia sono stati conclusi, come ha annunciato un funzionario italiano. Questo è frutto di un accordo tra Italia e Albania, volto a limitare l’immigrazione irregolare nell’Unione Europea. L’Accordo Roma-Tirana rappresenta una novità, essendo il primo caso di accoglienza di migranti da parte di un Paese non membro dell’UE, attirando l’attenzione di altre nazioni preoccupate per il crescente flusso di migranti in arrivo da Africa, Medio Oriente e Sahel.

Secondo il funzionario italiano, che ha preferito rimanere anonimo, i centri sono già “operativi” e pronti per accogliere i migranti. L’intesa del 2023 determina che i migranti irregolari che raggiungono l’Italia via mare vengano trasferiti al porto di Shengjin, in Albania, dove saranno identificati e le loro domande di asilo saranno valutate. Successivamente, si sposteranno per un breve tragitto verso la cittadina di Gjader, che ospiterà i migranti.

Circa 500 persone, tra cui guardie carcerarie, polizia, soldati e carabinieri, saranno impiegate nei due centri. Una volta completato, il centro di Gjader avrà una capacità di 3.000 persone. Il personale sarà prevalentemente albanese, ad eccezione delle guardie di sicurezza, che saranno italiane. Il centro è diviso in due sezioni: una per i migranti in attesa che la loro richiesta di asilo venga valutata e l’altra per quelli che si trovano in attesa di espulsione dopo il rifiuto della domanda.

È importante notare che, secondo l’accordo, l’Albania, uno dei Paesi più poveri d’Europa e in attesa di adesione all’UE, non può accogliere più di 3.000 migranti in totale in qualsiasi momento. Questo limite è stato stabilito per gestire i flussi migratori in modo da garantire la sicurezza e l’ordine sia per i migranti che per il Paese ospitante. L’accordo riflette le sfide attuali legate all’immigrazione e le strategie adottate da diversi Stati per contenere il fenomeno.

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