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venerdì, 22 Novembre, 2024
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Accusato di violenza sessuale: agli arresti domiciliari da giugno

Simone Borgese è stato arrestato e condannato a un periodo di detenzione per una violenza sessuale avvenuta a Roma l’8 maggio. Borgese, già condannato in precedenza per due episodi di abusi, era agli arresti domiciliari da giugno dopo un interrogatorio di garanzia, durante il quale aveva scelto di non rispondere. La Procura di Roma ha quindi presentato appello al tribunale del Riesame, che ha accolto la richiesta di custodia cautelare in carcere. La Cassazione ha poi dichiarato inammissibile il ricorso dei difensori di Borgese contro questa decisione.

L’8 maggio, la nuova vittima ha raccontato l’incubo vissuto e ha descritto l’uomo come un individuo di circa quarant’anni, con un odore sgradevole associato a materiali da costruzione. La denuncia fa emergere che Borgese ha tentato di sequestrarle il cellulare e ha posto domande sul suo giorno di nascita. Alla risposta della donna, che affermava di avere 28 anni, Borgese si è dichiarato sorpreso, insinuando che si aspettava una ragazza più giovane, probabilmente minorenne. La vittima ha anche riferito che Borgese ha chiesto un rapporto sessuale completo, al quale lei ha risposto con un netto rifiuto.

Borgese ha una lunga storia di crimini sessuali. Nel 2015, era stato condannato a sette anni e mezzo di prigione per aver rapinato e violentato una tassista sotto un viadotto mentre nel 2014 aveva molestato una ragazzina in un ascensore. È uscito di prigione il 10 novembre 2021 dopo aver scontato la sua pena. La ripetizione di eventi simili in date significative, come l’8 maggio, è agghiacciante. La prima condanna, infatti, risale a nove anni fa quando ha violentato la tassista. Il suo comportamento criminoso ha attirato l’attenzione dei media, portando anche a ulteriori accuse da parte di una giovane vittima che lo ha riconosciuto come molestatore.

Il caso di Borgese evidenzia la gravità delle violenze sessuali e l’importanza di misure di protezione per le vittime, nonché la necessità di un sistema giudiziario efficace nel gestire recidive di crimini di questa natura.

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