Il cinema ha perso una delle sue figure più importanti con la scomparsa di Marisa Paredes, musa del regista Pedro Almodovar, avvenuta a Madrid all’età di 78 anni. Si è appreso della sua morte tramite un comunicato dell’Accademia del Cinema spagnola, di cui Paredes era presidente. Attrice dalle straordinarie capacità, ha lavorato nel cinema, nel teatro e in televisione, collaborando con nomi di spicco e dedicando la sua vita alla difesa e promozione dei professionisti del settore.
Nel 2003, durante la cerimonia di premiazione dei Goya, ha esplicitato il suo pensiero riguardo alla cultura e alla libertà di espressione, sottolineando la pericolosità dell’ignoranza e del dogmatismo, parole che rispecchiano il suo costante impegno sociale. Il suo mandato come presidentessa dell’Accademia coincise con le mobilitazioni contro la guerra in Iraq, dimostrando il suo attivismo anche al di fuori del palcoscenico.
Con oltre sessant’anni di carriera, Paredes ha collaborato con registi come Almodóvar, Jaime Chávarri e Agustí Villaronga, ricevendo riconoscimenti significativi, tra cui il Premio Nazionale del Cinema nel 1996, la Medaglia d’Oro al Merito delle Belle Arti nel 2007 e il Goya d’Onore nel 2018. È stata presidente dell’Accademia del Cinema dal 2000 al 2003 e ha mantenuto vivo il suo impegno politico anche nei suoi ultimi giorni, partecipando a manifestazioni per la pace, come il reading del manifesto del 30 novembre a Madrid per il cessate il fuoco a Gaza.
La notizia della sua morte ha colpito profondamente Almodóvar, che ha dichiarato di fare fatica ad accettare la perdita di Marisa, descrivendola come “parte integrante” della sua vita. Paredes lascia un’eredità importante nel mondo del cinema e un vuoto incolmabile, non solo per il suo talento come attrice, ma anche per il suo contributo al settore e la sua lotta per valori fondamentali come la libertà di espressione, la cultura e la pace. Il suo impegno e la sua passione resteranno un faro per le generazioni future di artisti.
