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giovedì, 12 Dicembre, 2024
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Addio al gatto Tato: i genitori umani affiggono manifesti commemorativi

È mancato al nostro affetto il nostro amato gatto Tato. Gli afflitti “genitori umani” di Tato, Stefania e Claudio, avevano chiesto di poter affiggere sui muri di Cuneo un manifesto funebre per annunciare il decesso del loro amato felino. Tuttavia, la sorda burocrazia non ha potuto esaudire la loro richiesta. I Servizi funebri del Comune hanno chiarito che le affissioni mortuarie per esseri umani devono seguire norme inderogabili: è imprescindibile essere iscritti all’anagrafe e avere uno stato civile per accedere al servizio da morti.

I parenti più stretti di Tato hanno dovuto rinunciare al manifesto funerario sui muri della città e si sono accontentati di una riproduzione del medesimo per i social network. Tuttavia, nei paesi vicini, circa una quarantina di manifesti dedicati a Tato sono stati affissi, evidenziando una certa elasticità della burocrazia in quelle aree, anche se non immune da regolamenti.

Tato, un gatto di 20 anni, era un ex randagio che era riuscito a scampare a un incidente stradale. Accolto con amore dalla famiglia di Stefania e Claudio, era cresciuto nel calore di una casa che lo considerava parte integrante della famiglia, amato come un figlio. Non solo era un animale domestico, ma svolgeva anche un importante ruolo di guardia, tanto che si dice che avesse sventato un furto di bicicletta in cortile.

La triste e ironica vicenda dell’impossibilità di onorare Tato con un manifesto funerario sulla sua città natale mette in luce non solo l’attaccamento profondo che la famiglia aveva per lui, ma anche le rigidità delle norme burocratiche, che sembrano non tenere conto dell’affetto e del significato che un animale domestico possa avere per i suoi “genitori”. La storia di Tato e la risposta di Cuneo alla sua scomparsa hanno suscitato una riflessione sull’importanza degli animali nella vita delle persone e sul modo in cui la società riconosce il loro valore.

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