Nel 1985, quando il Titanic fu ritrovato, l’immagine della sua prua era diventata iconica, non solo per il relitto stesso ma anche per il celebre film di James Cameron in cui i personaggi Jack e Rose si abbracciano sul transatlantico in procinto di affondare. Tuttavia, una nuova spedizione della RMS Titanic Inc, che detiene i diritti legali sul relitto, ha mostrato i segni del lento deterioramento del naufragio. Recenti immagini scattate da robot sottomarini hanno rivelato che una sezione di circa 4,5 metri della ringhiera sinistra del castello di prua è ora caduta sul fondale marino.
Questo deterioramento mette in luce lo stato di conservazione del Titanic, affondato ad aprile del 1912 dopo aver urtato un iceberg, con la tragica perdita di circa 1.500 vite. Tomasina Ray, direttrice delle collezioni della RMS Titanic Inc, ha commentato l’inevitabile deterioramento, sottolineando che il Titanic non appare più come un tempo. Il team ritiene che la ringhiera si sia staccata negli ultimi due anni, dato che immagini da una spedizione del 2022 mostrano quella parte ancora in posizione.
Ma non è solo la ringhiera a subire danni; l’intera struttura metallica è attaccata da microbi, che causano corrosione e formazione di stalattiti di ruggine. Nel 2019, immersioni condotte dall’esploratore Victor Vescovo hanno rivelato il crollo del lato destro degli alloggi degli ufficiali.
La spedizione di quest’estate ha visto l’impiego di due robot sottomarini che hanno registrato oltre due milioni di immagini e 24 ore di riprese ad alta definizione del relitto e del campo di detriti circostante. Attualmente, l’azienda sta esaminando il materiale raccolto per catalogare i reperti e prevede di creare una scansione digitale in 3D dettagliata del sito del relitto. Una nota positiva emersa da questa missione è stata la scoperta della statua “Diana di Versailles”, vista per l’ultima volta nel 1986.
In sintesi, mentre l’immagine del Titanic continua a evocare un forte impatto culturale, il relitto stesso è soggetto a un continuo deterioramento, evidenziando la fragile connessione tra la memoria storica e la realtà del patrimonio marittimo.