Antonio Skármeta, scrittore cileno noto per il romanzo “Il postino di Neruda”, è deceduto all’età di 83 anni. La notizia è stata annunciata dall’Università di Santiago del Cile, dove era professore emerito. Durante la sua carriera, Skármeta ha ricoperto anche il ruolo di ambasciatore del Cile in Germania dal 2000 al 2003. Le sue opere, tradotte in 30 lingue, sono considerate un ponte tra la letteratura popolare e la tradizione letteraria latinoamericana. In Italia sono stati pubblicati vari romanzi, tra cui “Sognai che la neve bruciava”, “Match ball” e “Il ballo della Vittoria”. Il suo lavoro ha ricevuto svariati riconoscimenti internazionali, tra cui il Prix Médicis in Francia e il Premio Nazionale di Letteratura del Cile nel 2014.
Nato ad Antofagasta il 7 novembre 1940, Skármeta ha abbandonato gli studi di lettere e filosofia in Cile a causa del colpo di stato contro Allende nel 1973, trasferendosi successivamente alla Columbia University a New York. Qui ha iniziato a tradurre autori americani come Fitzgerald e Kerouac. Dopo essersi stabilito a Berlino, ha insegnato sceneggiatura all’Accademia di cinema e ha pubblicato il suo primo romanzo, “Sognai che la neve bruciava”, nel 1975. La sua notorietà internazionale è arrivata con “Ardiente paciencia” (1985), meglio conosciuto come “El cartero de Neruda”.
Tornato in Cile, ha continuato a contribuire al cinema e alla televisione e ha scritto diverse opere importanti, tra cui “Le nozze del poeta” (1999) e “Il ballo della Vittoria” (2003), che hanno ricevuto vari premi. Tra i suoi lavori più recenti figurano “Un padre da film” e “I giorni dell’arcobaleno”. Skármeta ha lasciato un’impronta duratura nella letteratura e la sua influenza continua a essere avvertita a livello globale. La sua scrittura, caratterizzata da uno stile evocativo e da temi profondi, continuerà a ispirare lettori e scrittori anche dopo la sua scomparsa.