29 Settembre 2024

Addio Glauco Mauri, un maestro del teatro

È scomparso l’attore e regista Glauco Mauri, figura di spicco del teatro italiano, all’età di 93 anni. Nato a Pesaro nel 1930, Mauri ha dedicato la sua vita all’arte teatrale, iniziando la sua carriera a soli quindici anni. Dopo aver studiato all’Accademia di Arte Drammatica di Roma, ha debuttato professionalmente nel 1953 nel Macbeth di Shakespeare. La sua carriera è stata caratterizzata da una continua ricerca di qualità artistica, che lo ha portato a interpretare ruoli emblematici in classici come Re Lear, Edipo Re e Faust, collaborando con prestigiosi registi italiani.

Nel 1981 ha fondato insieme a Roberto Sturno la Compagnia Glauco Mauri, poi rinominata Compagnia Mauri Sturno, che ha ottenuto numerosi riconoscimenti, tra cui il “Biglietto d’oro Agis”. La compagnia ha prodotto spettacoli di grande successo, tra cui adattamenti di opere di Shakespeare, Pirandello e Dostoevskij. Mauri ha saputo rinnovare il panorama teatrale, portando in scena autori come Beckett e Ionesco, e ha partecipato a tutte le stagioni teatrali principali in Italia.

La sua versatilità si è estesa anche al cinema e alla televisione, partecipando a film come “La Cina è vicina” di Marco Bellocchio e serie televisive di grande successo. Nel corso della sua lunga carriera, ha riconfermato il suo talento, reinterpretando ruoli significativi e collaborando con nomi illustri del teatro.

Mauri ha instaurato un dialogo profondo con gli autori, esprimendo un amore particolare per i testi di Shakespeare, di cui ha interpretato 24 ruoli diversi. Ha ricoperto ruoli chiave in festival prestigiosi e ha diretto importanti opere liriche. Nel suo lavoro si evidenziava l’attenzione verso la qualità poetica, sempre in cerca di una totale indipendenza artistica.

La sua eredità teatrale è immensa, testimoniata da spettacoli che hanno fatto tappa in importanti teatri italiani e europei. Negli ultimi anni, ha continuato a lavorare alla Compagnia Mauri Sturno, firmando adattamenti e regie di testi contemporanei e classici, contribuendo così a mantenere viva la scena teatrale italiana. La sua scomparsa segna una perdita significativa per il teatro, lasciando un vuoto che difficilmente sarà colmato.

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