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mercoledì, 4 Dicembre, 2024
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Affitti brevi: nuove regole per il self check-in e le keybox

Al G7 Turismo di Firenze, si è discusso ampiamente della gestione degli affitti brevi e delle problematiche legate all’uso di keybox e pulsantiere per il self check-in. Recentemente, il Viminale ha emesso una circolare che chiarisce che l’identificazione automatizzata degli ospiti non è conforme alla legge. I gestori devono garantire che gli ospiti presentino un documento d’identità e comunicare le loro generalità alle autorità competenti entro 24 ore. Il ministero dell’Interno ha evidenziato come l’aumento delle locazioni brevi, in previsione di eventi significativi come il Giubileo, richieda misure più rigorose per garantire la sicurezza pubblica e prevenire l’alloggiamento di persone potenzialmente pericolose.

Nella circolare si evidenzia il rischio insito nella gestione automatizzata del check-in, dato che potrebbe permettere a soggetti non identificati di occupare le strutture. Il ministro Piantedosi ha sottolineato come questa pratica non rispetti la normativa sul riconoscimento degli ospiti. Ha inoltre fatto riferimento a episodi di occupazione abusiva che possono verificarsi, come nel caso di un proprietario di Padova che ha dovuto affrontare l’occupazione della sua abitazione.

Il ministro del Turismo, Daniela Santanchè, ha sostenuto l’iniziativa del Viminale, considerandola necessaria per garantire esperienze turistiche sicure e positive. Anche Airbnb ha espresso supporto per le città italiane nel promuovere l’ospitalità di persona e combatte l’uso illegale di keybox in spazi pubblici, attraverso campagne educative e collaborazioni locali.

Sara Funaro, sindaca di Firenze, e Vito Leccese, sindaco di Bari, hanno accolto positivamente la circolare, evidenziando l’importanza dell’identificazione per la sicurezza, ma anche le preoccupazioni legate alla gentrificazione causata dalla proliferazione delle locazioni turistiche.

In controtendenza, l’associazione Italiana Gestori Affitti Brevi (Aigab) ha criticato la nuova circolare, affermando che i software utilizzati dai gestori professionali prevedono già tecnologie avanzate per il riconoscimento degli ospiti. Hanno chiesto che, se l’obiettivo è combattere forme abusive, non si tratti di una regola discriminante solo per gli affitti brevi, in quanto ciò potrebbe ostacolare lo sviluppo della sharing economy in Italia.

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