Alessandro Impagnatiello è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio della sua fidanzata Giulia Tramontano, incinta di sette mesi, avvenuto il 27 maggio 2023 a Senago, Milano. La Corte di Assise ha emesso la sentenza al termine del processo di primo grado, accusando Impagnatiello di omicidio volontario pluriaggravato, interruzione di gravidanza non consensuale e occultamento di cadavere. L’ex barman, difeso dagli avvocati Giulia Geradini e Samanta Barbaglia, è in carcere a San Vittore fin dal giugno 2023. Oltre all’ergastolo, la Corte ha disposto per lui tre mesi di isolamento diurno.
La sentenza ha suscitato forti emozioni tra i familiari di Giulia, che si sono abbracciati e hanno pianto dopo la lettura del verdetto. In particolare, la madre Loredana Femiano ha mostrato un’emozione intensa, supportata dal marito Franco e dai figli Chiara e Mario.
I giudici hanno deciso di non riconoscere attenuanti per Impagnatiello, mantenendo le aggravanti di premeditazione, crudeltà e convivenza, ma escludendo l’aggravante di futili motivi. Inoltre, è stato riconosciuto il concorso tra l’omicidio e gli altri reati, imponendo una pena aggiuntiva di sette anni di reclusione per l’occultamento di cadavere e l’interruzione di gravidanza non consensuale. Impagnatiello dovrà anche risarcire con 200.000 euro ciascuno i genitori di Giulia e con 150.000 euro ciascuno il fratello e la sorella della vittima.
La sorella di Giulia, Chiara, ha descritto la personalità della sorella, evidenziando la sua sensibilità in un mondo violento. Ha sottolineato quanto fosse rara e rispettosa nei confronti degli altri, aggiungendo che Giulia, anche nei momenti di grande sofferenza, pensava alle altre donne in situazioni simili. Chiara ha espresso come la sensibilità di Giulia la rendesse vulnerabile in un contesto ostile, definendola “prey for the lion” (preda per il leone) e citandola come un’anima gentile che ha lasciato un’impronta profonda nella vita delle persone che l’hanno conosciuta.