La presidente facente funzione dell’Emilia-Romagna, Irene Priolo, ha espresso il suo disappunto per le polemiche sorte in merito alla gestione dell’emergenza alluvionale, affermando che tali critiche non giovano né ai cittadini né alle istituzioni. Nella sua difesa, Priolo ha messo in luce l’importanza del lavoro svolto per la manutenzione dei fiumi e la gestione dell’emergenza, ringraziando gli amministratori locali e i sindaci per il loro impegno. Priolo ha denunciato inoltre il “sciacallaggio” politico che spesso si verifica in momenti di crisi, sottolineando la necessità di unità e collaborazione piuttosto che di conflitti.
Le sue dichiarazioni sono arrivate a seguito delle contestazioni emerse dopo il disastro alluvionale del maggio 2023, che ha provocato danni ingenti. Il ministro per la Protezione Civile, Nello Musumeci, ha comunicato che non tutti i fondi disponibili sono stati spesi, non a causa di una carenza di programmazione, ma piuttosto per ritardi procedurali e di pianificazione. Musumeci ha anche ribadito che la responsabilità per la prevenzione strutturale e infrastrutturale ricade sulle Regioni, specificando di non voler innescare ulteriori polemiche politiche.
Priolo ha fornito inoltre informazioni dettagliate sulla situazione attuale, facendo riferimento a specifiche esondazioni, come quella del fiume Lamone, e ha messo in evidenza che gli interventi effettuati a seguito dell’alluvione del 2023 hanno contribuito a migliorare la resistenza dei bacini, scongiurando danni ancora maggiori. Nonostante ciò, ha riconosciuto che alcune zone delle campagne di Cotignola, Lugo e Bagnacavallo sono state gravemente allagate, evidenziando la complessità e le difficoltà nella gestione di tali emergenze.
In sintesi, Priolo ha richiesto un approccio più costruttivo e collaborativo, invitando a superare le polemiche e a focalizzarsi su azioni concrete per il benessere dei cittadini colpiti. La sua posizione riflette non solo la realtà delle sfide affrontate dalla regione, ma anche un appello all’unità in un momento critico.