21 Settembre 2024

Alzheimer: L’Isolamento di Caregiver e Pazienti

1726904546203 servizio Gerardo DAmico su Giornata mondiale Alzheimer

Il rapporto “L’impatto economico e sociale della malattia di Alzheimer dopo la pandemia da Covid-19”, realizzato dal Censis insieme all’Associazione Italiana Malattia di Alzheimer (Aima), evidenzia una situazione preoccupante per i pazienti affetti da Alzheimer in Italia. Secondo lo studio, ci vogliono mediamente due anni per ottenere una diagnosi formale della malattia, un lasso di tempo durante il quale i pazienti e le famiglie vivono in uno stato di incertezza e frustrazione. Questa lunga attesa è amplificata dalla scarsità di riferimenti e risorse per le terapie disponibili, che spesso lasciano i caregiver privi di adeguato supporto e informazioni.

Inoltre, si segnala una scarsa assistenza domiciliare, un aspetto cruciale per il supporto dei pazienti e delle loro famiglie. I caregiver, che si occupano quotidianamente dei propri cari malati, si trovano sempre più soli nella gestione della malattia, il che genera un ulteriore carico emotivo e psicologico. La pandemia da Covid-19 ha ulteriormente complicato la situazione, evidenziando le carenze pre-esistenti nel sistema di assistenza e rendendo ancor più difficile l’accesso alle cure.

Il rapporto sottolinea l’importanza di migliorare la formazione e l’informazione per i caregiver, affinché possano affrontare al meglio i problemi legati alla malattia. È essenziale anche promuovere politiche più efficaci che possano garantire una diagnosi precoce e un accesso a terapie adeguate. L’ottimizzazione dei servizi di assistenza domiciliare è fondamentale per alleviare il carico del caregiving e garantire una migliore qualità della vita per i pazienti e le loro famiglie.

Questi elementi pongono l’accento sulla necessità di un rinnovato impegno da parte delle istituzioni. È fondamentale che venga prestata maggiore attenzione ai bisogni delle persone con Alzheimer e dei loro caregiver, non solo per migliorare l’intervento terapeutico e diagnostico, ma anche per garantire un adeguato supporto sociale e assistenziale a lungo termine. Un approccio più integrato e umano è necessario per affrontare questa malattia, che non colpisce solo il paziente, ma coinvolge l’intero nucleo familiare e la società in generale.

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