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venerdì, Ottobre 11, 2024
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Amos Gitai presenta ‘House’: Un’analisi della complessità del Medio Oriente

“House” è uno spettacolo di Amos Gitai che si svolge al Teatro Argentina nell’ambito del Romaeuropa Festival, presentando una serie di monologhi in cinque lingue, accompagnati dai suoni del taglio della pietra e della costruzione di una casa, interrotti da momenti musicali intensi. Dura due ore e mezza e offre uno sguardo profondo e complesso sui punti di vista contrapposti degli israeliani e dei palestinesi, entrambi segnati dal tema dello sradicamento. Un gruppo di attori e musicisti straordinari si alterna sul palco, esibendosi in varie lingue (francese, ebraico, arabo, inglese, yiddish) utilizzando diversi strumenti musicali in un ambiente che simula un cantiere, costituito da impalcature metalliche e mattoni di pietra bianca.

Lo spettacolo è arricchito da un grande schermo sullo sfondo che mostra attività in corso su parti del palcoscenico, con immagini di famiglie palestinesi sfollate e di vittime dell’Olocausto, creando un contrasto visivo potente con le storie narrate. Gitai, per la prima volta nel 1980, ha raccontato la storia di una casa a Gerusalemme Ovest, avviando una trilogia documentaria che lo ha portato all’ostracismo da parte del governo israeliano. La sua carriera, caratterizzata da un forte impegno pacifista e da una critica aperta alle politiche governative, è proseguita con il trasferimento negli Stati Uniti e in Francia, prima di tornare a Tel Aviv nel 1995.

Nella rappresentazione teatrale, il pubblico ha l’opportunità di ascoltare le storie di diversi personaggi che abitano questa casa nel tempo. Originariamente abitata da una famiglia palestinese agiata prima del 1948, la casa subisce un cambiamento di proprietà con l’occupazione da parte di ebrei sopravvissuti all’Olocausto e, infine, dall’acquisto da parte di generazioni israeliane successive. Ogni personaggio porta alla luce le proprie esperienze e motivazioni, culminando in scene sonore potenti che enfatizzano le tensioni del tema. Tra gli attori, spicca l’attrice francese Irène Jacob, nota per i suoi ruoli nei film di Kieslowski e presente anche in “Why War”, assieme a un cast diversificato di interpreti provenienti da vari paesi del Medio Oriente. Lo spettacolo, attraverso la sua struttura e la sua dose emotiva, invita la riflessione sulla storia complessa e i conflitti della regione.

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