Un palco che si muove tra passato e presente, portando in scena emozioni di amore, odio, passione e vendetta. La fede attraversa la trama, mentre la guerra è sempre presente. L’opera “La Forza del destino” di Giuseppe Verdi, diretta da Riccardo Chailly e con la regia di Leo Muscato, ha debuttato alla Scala di Milano, con interpreti come Anna Netrebko, Brian Jagde, Ludovic Tézier e Vasilisa Berzhanskaya. Dopo la performance, il pubblico ha applaudito per 12 minuti, ma non sono mancati anche alcuni fischi, in particolare per l’ingresso della Netrebko, che è un’apprezzata presenza al teatro.
Prima dell’inizio, un momento inatteso ha colto alla sprovvista il pubblico: si è levato il grido “salvate Sant’Agata”, riferito alla storica dimora di Verdi, chiusa da anni per una controversia legale. Questo appello ha ricevuto un’ovazione, sottolineando l’affetto del pubblico per il compositore. La platea era affollata di personaggi noti, tra cui Liliana Segre, il Ministro della Cultura Alessandro Giuli e molti artisti di fama.
Dominique Meyer, sovrintendente del Teatro, al suo ultimo debutto del 7 dicembre, ha sottolineato il valore della pace in un contesto di conflitti continui e ha espresso il suo affetto per l’istituzione, prima di assumere un nuovo incarico a Losanna. Il sindaco di Milano ha elogiato Meyer per il suo lavoro, soprattutto durante la pandemia.
L’opera proposta è quella del 1869, scelta da Chailly per la sua complessità. La scenografia, creata da Federica Parolini, simboleggia il destino che perseguita i personaggi, mentre i costumi di Silvia Aymonino seguono una progressione storica attraverso guerre che spaziano dal Settecento a oggi. I cambi di scena, ben 50, sono gestiti senza interruzione, contribuendo a un flusso narrativo avvincente.
L’opera riflette una realtà umana intrisa di conflitti e il finale, con la supplica di pace di Leonora, si trasforma in un appello universale, rispecchiando il bisogno di armonia in un mondo segnato da violenza. Così, “Pace, pace, mio Dio!” diventa un grido condiviso in un’epoca di bellici conflitti globali.