21 Settembre 2024

Approvazione del Piano Strutturale di Bilancio: Estensione dei Tempi per Raggiungere il 3% di Deficit

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Il Consiglio dei ministri italiano ha esaminato lo schema del Piano Strutturale di Bilancio di medio termine, nell’ambito delle riforme delle regole di bilancio europee. Questo Piano prevede una traiettoria di spesa netta in linea con le aspettative delle autorità europee, con un tasso di crescita medio della spesa netta fissato attorno all’1,5% nei prossimi anni. La traiettoria è coerente con i saldi di finanza pubblica previsti dal Programma di Stabilità di aprile. In particolare, il Piano contempla un’estensione del periodo di aggiustamento da 4 a 7 anni per il rientro al 3% del rapporto deficit/PIL.

Il Piano ha due principali obiettivi: delineare il percorso della spesa netta aggregata e programmare le riforme e gli investimenti necessari. Tuttavia, all’Italia continua ad applicarsi la procedura per deficit eccessivo, come stabilito dal precedente patto di stabilità. Il governo ha chiesto alla Commissione Europea tre anni aggiuntivi per un rientro sostenibile al 3% di deficit, a condizione di tagli a determinate spese e l’attuazione di riforme strutturali.

Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha dichiarato che la politica fiscale italiana sarà prudente e responsabile, con un impegno a ridurre il deficit sotto il 3% già nel 2026. Dopo tale anno, il piano mira a garantire la stabilità del debito pubblico, affrontando sfide come la pubblica amministrazione e la giustizia. Il Piano si integra con il PNRR, aggiornandolo per affrontare con maggiore incisività le criticità esistenti.

Inoltre, il Piano Strutturale di Bilancio servirà come base per la futura manovra di bilancio, con la documentazione attesa in Europa entro il 15 ottobre e l’invio della legge di Bilancio alle Camere fissato per il 20 ottobre. Sono previsti interventi fiscali, come il rinnovo del taglio del cuneo fiscale e vari bonus per le famiglie, incluso un aumento delle spese detraibili per chi ha più figli.

Infine, il governo ha avviato un pacchetto di privatizzazioni per migliorare le entrate, con l’approvazione di un decreto relativo a Poste Italiane, mantenendo una quota pubblica non inferiore al 51%. Questo intervento potrebbe generare circa 2,2 miliardi di euro.

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