Un ragazzo di 14 anni è stato arrestato a Potenza con l’accusa di promuovere l’ideologia dello Stato Islamico in Italia. Il giovane, considerato “attivo nella creazione e pubblicazione di contenuti” per il gruppo jihadista, avrebbe cercato di incoraggiare la formazione di una “provincia” dello Stato Islamico in Italia. Il giudice per le indagini preliminari ha convalidato la misura cautelare, decidendo per il collocamento in una comunità, ritenendo essenziale un percorso di recupero e sostegno a causa della sua età.
Le indagini hanno rivelato che il ragazzo era attivo su un gruppo Instagram frequentato da sostenitori del terrorismo. Non si limitava a creare e diffondere contenuti, ma si era anche organizzato in gruppi Telegram da lui gestiti, creati per radunare simpatizzanti dello Stato Islamico. All’interno di questi gruppi, il giovane diffondeva messaggi estremisti, con l’obiettivo di costruire una “wilaya”, ovvero una provincia islamica in Italia.
Durante una perquisizione nella sua abitazione, le forze dell’ordine hanno trovato prove concrete a sostegno delle accuse, come munizioni e oggetti potenzialmente utilizzabili come armi, oltre a contenuti che illustrano attacchi suicidi compiuti da minorenni. Questi reperti costituiscono prove oggettive di partecipazione ad attività terroristiche internazionali e di intenti eversivi. I messaggi scoperti indicano chiaramente la volontà di realizzare azioni estremistiche nel breve termine nel territorio nazionale.
Tenendo conto della giovane età del ragazzo e della gravità delle accuse, il giudice ha disposto il suo trasferimento in una comunità per favorire un processo di rieducazione e recupero. Questo episodio evidenzia come le attività terroristiche possano coinvolgere anche i minori, i quali sono utilizzati come strumento di propaganda e reclutamento tramite i social media. La situazione mette in luce le sfide legate alla radicalizzazione giovanile e l’importanza di intervenire tempestivamente per contrastare tali fenomeni.
