Tre proiettili sono stati inviati all’avvocato Giovanni Caruso, difensore di Filippo Turetta, dopo la condanna all’ergastolo del suo assistito per l’omicidio di Giulia Cecchettin. Gino Cecchettin, padre di Giulia, ha commentato l’episodio, sottolineando che i proiettili rappresentano un’aggravante violenza e non esprimono solidarietà verso le vittime. La lettera è stata recapitata poche ore dopo la sentenza, e la famiglia di Turetta ha vissuto in un clima di minacce e offese. I proiettili erano avvolti in un foglio bianco e la Questura è stata informata per le indagini del caso.
Gino Cecchettin ha espresso che atti come questo minacciano la serietà del lavoro della Fondazione Giulia Cecchettin, sottolineando l’importanza di costruire una società più giusta e umana. Ha manifestato solidarietà all’avvocato Caruso, il quale ha ricevuto supporto da diverse parti, inclusa la dichiarazione del sottosegretario alla Giustizia, Andrea Ostellari. Ostellari ha enfatizzato il diritto alla difesa e il rispetto per l’operato di Caruso, menzionando la campagna del Consiglio Nazionale Forense per il riconoscimento del ruolo dell’avvocato nella Costituzione.
Inoltre, l’Università di Padova pianifica di onorare la memoria di Giulia Cecchettin il 16 novembre, intitolando un’aula studio a suo nome. Giulia è morta l’11 novembre dello scorso anno, a pochi giorni dalla laurea in Ingegneria biomedica, un evento che ha scosso l’Italia e suscitato una forte reazione pubblica riguardo al femminicidio. La storia di Giulia e il successivo processo a Turetta hanno mescolato il dolore privato con la domanda di giustizia sociale, evocando una discussione più ampia sul rispetto e la dignità delle vittime di violenza di genere.