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domenica, 12 Gennaio, 2025
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Attacco Hacker filorusso: Siti Governativi nel Mirino e Strategie per Fermarli

Attacco di hacker filorussi ai siti del governo italiano e di altre istituzioni ha creato ulteriore caos nel paese, già colpito da numerosi problemi. Questa incursione cibernetica è stata motivata come rappresaglia contro l’Italia per il suo sostegno all’Ucraina, in particolare dopo la visita del leader ucraino Zelensky. I gruppi di hacker, identificati come “Noname”, hanno preso di mira diversi enti, tra cui il Ministero degli Esteri e della Difesa, la Consob, i Carabinieri e varie aziende di trasporto pubblico. Hanno giustificato l’attacco dichiarando: “Meloni sostiene Kiev”.

Il weekend è stato caratterizzato da un’intensificazione di questi attacchi, dimostrando che l’Italia è diventata un obiettivo preferito dei cyber-pirati russi. Tuttavia, la risposta è stata rapida e coordinata, grazie anche al lavoro del Cnaipic, il centro nazionale anticrimine informatico che si occupa della protezione delle infrastrutture critiche. Nonostante i disagi limitati, i progressi nel monitoraggio e nella difesa evidenziano un miglioramento delle competenze nel gestire la minaccia.

Giuseppe Mocerino ha confermato che negli ultimi mesi l’Italia ha subito una serie di attacchi mirati, con un focus particolare su banche e aziende di telecomunicazioni, portando a interruzioni dei servizi e furti di dati sensibili. Solo alcune realtà bancarie, grazie a tecnologie sofisticate come il “Geolocking”, sono riuscite a limitare i danni.

Gli hacker filorussi sembrano cercare di creare caos e ottenere visibilità politica attraverso i loro attacchi ripetuti. Questi colpi vengono frequentemente rivendicati e servono a dare risalto alle loro campagne. La domanda su cosa vogliano raggiungere con tali attacchi rimane aperta, ma secondo esperti di cybersicurezza, l’obiettivo principale è quello di instillare panico e instabilità.

Per fermare questi attacchi, le autorità italiane suggeriscono che la prevenzione deve includere il blocco degli accessi da paesi ritenuti sospetti. È evidente che il panorama della sicurezza cibernetica sta cambiando e che l’Italia deve rimanere vigile e pronta a reagire a nuove minacce.

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