Negli ultimi mesi, in Italia, si è assistito a un incremento significativo dei prezzi non solo dell’oro giallo, ma anche dell’olio extravergine d’oliva, definito “oro verde”. Nonostante il calo dell’inflazione, l’ISTAT ha registrato un aumento dell’1,1% dei prezzi dei prodotti alimentari a settembre 2024, rispetto all’anno precedente, con un incremento più marcato per l’olio d’oliva, che ha visto un aumento medio del 20%. Questo fenomeno è preoccupante, soprattutto considerando il contesto di condizioni climatiche avverse, che hanno ridotto la produzione di olive in Italia fino al 50%.
I produttori si lamentano di raccolti scarsi e di una qualità d’olio superiore, dato che, per la prima volta in anni, non si segnalano infestazioni da mosca dell’olivo, la bactocera oleae, che compromette la qualità. Tuttavia, anche se la qualità è migliorata, l’aumento dei prezzi rimane elevato, con un litro di extravergine d’oliva che nel 2024 supera gli 11 euro. Per gli oli di qualità inferiore, questa carenza di prodotto ha generato pratiche di speculazione e aumenta il rischio di sofisticazione, in cui l’olio italiano viene allungato con oli di minore qualità.
La speculazione, alimentata dalla domanda alta e dalla disponibilità limitata, coinvolge attori lungo tutta la filiera, dai produttori agli imbottigliatori, fino ai venditori finali. Già al momento della vendita presso i frantoi, il prezzo tende a gonfiarsi. Gli aumenti non riguardano solo l’olio d’oliva: anche altri oli alimentari, come quello di arachidi e di semi di mais, hanno visto aumenti significativi, rispettivamente del 90% e del 107% rispetto al 2001.
L’osservatorio nazionale Federconsumatori ha messo in guardia sul fatto che l’aumento dei prezzi potrebbe incentivare pratiche illegali, come l’inganno dei consumatori attraverso miscelazioni fraudolente. Inoltre, è fondamentale interrogarsi sulle cause di questi aumenti di prezzo e adottare misure per proteggere il mercato dell’olio italiano, garantendo trasparenza e qualità. La situazione attuale solleva interrogativi su come riuscire a preservare un prodotto così emblematico dell’industria agroalimentare italiana.