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venerdì, Ottobre 11, 2024
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Attività dei Militari Italiani nelle Basi UNIFIL in Libano

La missione UNIFIL, nota come United Nations Interim Force in Lebanon, ha il compito di monitorare la cessazione delle ostilità, assistere le forze armate libanesi, garantire il rispetto della Blue Line e sostenere la popolazione locale attraverso controlli e pattugliamenti. L’Italia partecipa attivamente a questa missione con circa 1.200 militari, con una consistenza massima annuale autorizzata di 1.256 unità, 374 mezzi terrestri e 6 mezzi aerei. In ambito nazionale, l’operazione è conosciuta come “Leonte”.

UNIFIL è stata istituita dalla Risoluzione 425 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU nel marzo 1978, a seguito dell’invasione israeliana del Libano. Nel corso degli anni, successive risoluzioni hanno prorogato la missione, generalmente con cadenza semestrale. Un evento significativo si è verificato nel luglio 2006, quando un attacco di Hezbollah contro le forze di difesa israeliane ha scatenato una reazione militare da parte di Israele, portando a un conflitto di 34 giorni che ha ricompattato l’attenzione internazionale sulla situazione libanese. Alla conclusione del conflitto, la Risoluzione 1701 ha segnato l’inizio di una nuova fase della missione.

La Joint Task Force italiana è per lo più formata da militari della Brigata “Granatieri di Sardegna” e presenta una serie di assetti nazionali tra cui il Comando del Settore Ovest situato nella base “Millevoi” a Shama, un Centro amministrativo e una task force di manovra chiamata Italbatt, che opera dalla base di Al Mansouri. Questa task force collabora con i Battle Groups di altre nazioni per il controllo della Blue Line e supporta le forze armate libanesi.

Oltre al contingente militare, sono schierati anche elementi di polizia militare dei Carabinieri e personale dell’Aviazione dell’Esercito. L’Italia è altresì coinvolta in Mibil, una missione bilaterale che si inserisce nel contesto dell’International Support Group for Lebanon, sempre sotto l’egida dell’ONU. L’ISG mira a sostenere il Libano, che sta affrontando grave crisi sociali ed economiche aggravate dalla guerra in Siria. Il contributo italiano si concentra sulla formazione e addestramento delle forze di sicurezza libanesi, con la creazione di un Centro di addestramento nel sud del Paese, autorizzando un contingente massimo di 160 militari.

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