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martedì, 7 Gennaio, 2025
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“Aumento del Potere d’Acquisto delle Famiglie e Riduzione del Risparmio: Crescita della Pressione Fiscale”

Nel terzo trimestre del 2024, il reddito disponibile delle famiglie consumatrici ha registrato un incremento dello 0,6% rispetto al trimestre precedente, mentre i consumi sono aumentati dell’1,6%. Secondo l’Istat, il potere d’acquisto delle famiglie è cresciuto per il settimo trimestre consecutivo, sebbene l’aumento sia più contenuto rispetto ai periodi precedenti. La propensione al risparmio ha mostrato una diminuzione congiunturale, passando al 9,2%, ma continua a crescere in termini tendenziali. Con un incremento dello 0,2% del deflatore implicito dei consumi, il potere d’acquisto è cresciuto dello 0,4% rispetto al trimestre precedente.

D’altro canto, la quota di profitto delle società non finanziarie, che si attesta al 42,4%, ha subito una diminuzione di 0,3 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, così come il tasso di investimento, che si è ridotto a 21,7% (-0,4 punti rispetto al trimestre prima). Questo evidenzia una tendenza alla riduzione già osservata nei primi mesi del 2023.

In questo periodo, la pressione fiscale ha raggiunto il 40,5%, aumentando di 0,8 punti percentuali rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. L’Istat ha diffuso i dati sulle Amministrazioni Pubbliche, suggerendo un incremento della pressione fiscale.

Per quanto riguarda il bilancio delle Amministrazioni Pubbliche, nel terzo trimestre del 2024 l’indebitamento netto in rapporto al Pil è migliorato, attestandosi a -2,3%, rispetto al -6,3% dello stesso periodo dell’anno scorso. Questo segna un miglioramento significativo dell’incidenza del deficit sul Pil. Il saldo primario delle Amministrazioni Pubbliche è risultato positivo, con un’incidenza sul Pil dell’1,7%, rispetto al -2,8% del terzo trimestre del 2023. Anche il saldo corrente si è mostrato positivo, con un’incidenza dell’1,9% sul Pil, rispetto all’1,6% nello stesso trimestre dell’anno precedente.

In sintesi, i dati mostrano una crescita moderata del reddito e dei consumi delle famiglie, una diminuzione della propensione al risparmio e delle quote di profitto e investimento delle società non finanziarie, con un miglioramento del rapporto deficit/Pil e una pressione fiscale in aumento.

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