Le donazioni di organi e i trapianti in Italia continuano a crescere, paralleli a una diminuzione della mortalità tra i pazienti in lista di attesa. Questo fenomeno è stato confermato durante il 47esimo Congresso nazionale di Sito, la Società italiana di trapianti d’organo e di tessuti, che si tiene a Palermo fino all’8 ottobre. Secondo Salvatore Gruttadauria, presidente del Congresso, è previsto un aumento dei trapianti da donatore deceduto: 4.392 nel 2024, rispetto ai 4.079 del 2023.
Una delle novità principali riguarda il trapianto di fegato, che ora sta affrontando un incremento nell’accettazione dei pazienti oncologici. Questo segna un cambiamento rispetto ai periodi precedenti, quando i trapianti erano maggiormente effettuati a causa di cirrosi legata all’epatite C, ormai quasi debellata grazie alle terapie antivirali. Le nuove linee guida per i trapianti di fegato consentono ora procedure per pazienti affetti da tumori selezionati, con l’auspicio di trattamenti efficaci in casi come il colangiocarcinoma o le metastasi epatiche.
Un altro punto saliente del Congresso è l’aumento dei trapianti da donatore a cuore fermo, facilitato dall’uso di macchine da perfusione. Queste tecnologie avanzate hanno migliorato la conservazione degli organi, consentendo di usare anche organi prelevati oltre il limite di venti minuti imposto dalla legge italiana, riducendo così i danni pre-trasplante. Queste macchine non solo permettono di programmare trapianti che prima erano urgenti, ma migliorano anche le funzionalità dell’organo.
Luciano De Carlis ha sottolineato che nel recente passato l’Italia è passata da sei donatori per milione di abitanti a oltre 31, diventando così il secondo paese europeo in termini di donazioni, dopo la Spagna. La sensibilizzazione e il miglioramento delle normative hanno portato a un incremento del 25-30%.
Infine, un aspetto innovativo è rappresentato dalla Transplant oncology, che offre trattamenti per alcuni tipi di malattie oncologiche precedentemente non affrontabili. Recenti studi hanno mostrato risultati promettenti nell’uso combinato di chemioterapia e trapianto, specialmente per le metastasi epatiche. Questo avanzamento fornisce nuove speranze ai pazienti in situazioni cliniche complesse.