Il Parlamento austriaco ha eletto per la prima volta un rappresentante dell’estrema destra come presidente, suscitando indignazione tra la comunità ebraica per la nomina di Walter Rosenkranz, descritto come un uomo che “rende omaggio ai criminali nazisti”. Rosenkranz, 62 anni, ha ottenuto 100 voti su 162 espressi durante il voto a Vienna, come annunciato dal presidente Wolfgang Sobotka. Questa decisione segue la storica vittoria del Partito della Libertà austriaco (Fpoe) alle recenti elezioni parlamentari, alle quali ha conquistato quasi un terzo dei voti, sebbene non sia riuscito a formare un governo a causa della difficoltà nel trovare alleati politici.
Walter Rosenkranz, avvocato ed ex candidato alla presidenza, è stato indicato come candidato dal partito più forte, il che ha reso inevitabile la sua elezione. Durante la prima sessione parlamentare dopo le elezioni, ha ricevuto il supporto necessario per la sua elezione a presidente. La sua nomina è stata controversa, poiché è stato criticato per il suo legame con una confraternita studentesca di estrema destra, nota per il suo nazionalismo acceso.
La comunità ebraica e diversi gruppi di diritti umani hanno manifestato preoccupazione riguardo alla nuova carica di Rosenkranz, puntando il dito contro le sue origini ideologiche e il suo passato, temendo che potesse rappresentare un ritorno a posizioni politiche più estremiste in Austria. Questa situazione ha sollevato interrogativi sulla direzione politica del Paese e sulla crescente influenza dell’estrema destra nei circoli di governo.
Il clima politico in Austria sembra quindi segnato da divisioni e tensioni, mentre il Fpoe si trova ora in una posizione di forza senza però avere la possibilità di governare. La reazione generale alla elezione di Rosenkranz è segnata da una serie di reazioni sia a livello nazionale che internazionale, con richieste di maggiore attenzione e vigilanza contro le ideologie estremiste che potrebbero riportare alla luce modalità di atteggiamento e politiche discriminate.
Rosenkranz, il primo presidente di estrema destra in Austria, rappresenta un punto di svolta nel contesto politico austriaco, sollevando timori e discussioni sulla democrazia e i valori fondamentali del Paese in un periodo di crescente polarizzazione politica.