Nel 2025, gli incentivi legati al bonus ecologico per l’acquisto di auto elettriche in Italia e in Francia subiranno significative diminuzioni, creando preoccupazioni per la transizione verso veicoli più sostenibili. L’Unione Europea ha fissato l’ambizioso obiettivo di eliminare le auto a combustione interna entro il 2035, spingendo i vari paesi ad adottare misure per incentivare l’uso di veicoli elettrici. In Italia, il governo Meloni ha introdotto nuovi incentivi, noti come ecobonus, che possono raggiungere oltre 13.000 euro, a condizione che vengano rispettati determinati requisiti sul reddito e sulla rottamazione delle auto inquinanti. Tuttavia, il sistema di accesso agli incentivi ha mostrato problemi burocratici, con lunghi tempi di attesa e una documentazione complessa da presentare.
L’ecobonus sarà disponibile fino al 31 dicembre 2024, ma il futuro oltre tale data è incerto. L’attuale ministro dei trasporti ha espresso scetticismo sull’idea di incentivare l’acquisto di veicoli elettrici, nonostante l’aumento dei divieti di circolazione per le auto a benzina in città come Roma e Milano.
Anche in Francia, a partire da gennaio 2025, il bonus ecologico per le auto elettriche sarà ridotto a un massimo di 3.000 euro, rispetto ai 6.000 euro del 2021, evidenziando la crescente necessità di ridurre le spese pubbliche. Seppur il programma francese abbia mostrato risultati inizialmente incoraggianti, il progressivo abbassamento del bonus potrebbe rallentare la transizione verso i veicoli elettrici. Inoltre, la Francia ha già inasprito i requisiti per ottenere il bonus, escludendo veicoli elettrici prodotti in Cina per favorire i produttori europei.
Questi cambiamenti, sia in Italia che in Francia, pongono interrogativi sul futuro della mobilità elettrica in Europa. La combinazione di incentivi decrescenti e requisiti più severi potrebbe indebolire gli sforzi compiuti fino ad ora per promuovere l’adozione di veicoli elettrici, rendendo difficile raggiungere gli obiettivi climatici stabiliti. La situazione evidenzia un conflitto tra la necessità di sostenere la transizione ecologica e le pressioni economiche sui governi, che devono gestire le risorse pubbliche in un contesto di crescente difficoltà.