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Autovelox: Inchiesta sui Comuni Veneti per Falso Ideologico e Raccolta Fondi

La crescente preoccupazione degli automobilisti ha portato le Procure italiane, in particolare quella di Padova, ad approfondire il tema degli autovelox irregolari. Il Veneto, in particolare, è diventato un punto focale dopo gli attentati attribuiti al “Fleximan”, il quale ha distrutto alcuni di questi dispositivi. Negli ultimi anni, vari Comuni hanno installato numerosi autovelox, ma molti risultano non omologati secondo la normativa nazionale.

La Procura di Padova ha avviato un’indagine per falso ideologico, in seguito a molteplici denunce riguardanti l’installazione di autovelox non conformi. La recente sentenza della Cassazione (numero 10505 del 2024) ha chiarito che le procedure di approvazione non equivalgono a quelle di omologazione. Solo l’omologazione ministeriale attesta la validità del dispositivo e la correttezza delle sanzioni emesse. La Polizia giudiziaria sta acquisendo documenti dai comandi locali, esaminando nove autovelox a Padova e in comuni limitrofi, tra cui Cittadella e Piove di Sacco. Un curioso episodio è avvenuto a Villa del Conte, dove un autovelox distrutto dal “Fleximan” è stato riattivato poco dopo.

L’inchiesta si pone l’obiettivo di capire se gli autovelox siano stati installati per aumentare la sicurezza stradale o se il loro scopo principale fosse generare entrate per i Comuni, come sostenuto da molte associazioni di automobilisti, tra cui Altvelox, rappresentata dal presidente Gianantonio Sottile. Quest’ultimo spera che altre Procure del Veneto possano seguire l’esempio di Padova.

Un caso emblematico è quello della regionale 53, dove sono stati installati dodici autovelox su un tratto di solo 15 chilometri, con un limite di velocità di 70 km/h. Secondo Altvelox, questa strada è sicura e ha registrato pochi incidenti. Tuttavia, nel periodo compreso tra il 2021 e il 2023, le multe elevate hanno fruttato ben 17 milioni di euro, alimentando ulteriormente il dibattito sulla legittimità e sull’uso degli autovelox nella regione. L’inchiesta in corso potrebbe avere ripercussioni significative sul futuro della sicurezza stradale e sulla gestione dei dispositivi di controllo della velocità in Italia.

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