Novità significative nel settore del gioco d’azzardo sono attese per il 2025, con lo Stato che prevede un incasso record, trascurando i rischi sociali connessi. Il Governo continua a considerare l’azzardo come una fonte importante di entrate fiscali, senza un vero dibattito sulle sue implicazioni morali. Ci si chiede se sia giustificabile per uno Stato generare entrate tramite il gioco, e se destinare i proventi ai servizi pubblici possa compensare i danni che ne derivano, inclusa la ludopatia.
La raccolta per i giochi come Gratta e Vinci, Lotto e SuperEnalotto, slot machine e scommesse è ormai una pratica usuale. In particolare, si stima che l’introduzione di una nuova estrazione settimanale del Lotto e del SuperEnalotto porti un guadagno di 105 milioni di euro per il Governo. Anche se questa misura era già stata inaugurata nel 2023, ora diventa una parte permanente del sistema. Di questi guadagni, circa 50 milioni di euro all’anno saranno destinati al Fondo per le emergenze nazionali, mentre i restanti 65 milioni saranno gestiti dall’esecutivo senza vincoli specifici.
In aggiunta, la manovra prolungherà di due anni le concessioni per il gioco fisico, come bingo e slot machine, obbligando i titolari a pagare canoni maggiorati. Secondo le stime, gli italiani spendono mediamente 140 miliardi di euro nel gioco d’azzardo, cifra che nel 2024 potrebbe superare i 160 miliardi. A fronte di questa mole di denaro, solo una parte ritorna ai giocatori come vincite, mentre 7 miliardi sono destinati all’erario.
Nonostante l’entrata derivante dal SuperEnalotto, le risorse destinate alla ricostruzione non sono sempre sufficienti. Infatti, nel 2023, dal Fondo per le emergenze nazionali si sono ricevuti solo 14 milioni di euro, a fronte dei 56 milioni previsti. Uno studio del CNR-IFC rivela che circa 20 milioni di italiani hanno giocato almeno una volta nel 2022, e oltre 800.000 mostrano un profilo di gioco a rischio. Preoccupante è anche il coinvolgimento di giovani, con il 40% dei minorenni che gioca almeno una volta a settimana, segnale di una crescente fragilità sociale legata al gioco d’azzardo.