22 Settembre 2024

Bambina di 8 anni in ospedale: scoperta l’infibulazione dopo dolori addominali

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La Procura per i Minori di Lecce ha avviato un’indagine su un caso di presunta infibulazione riguardante una bambina di 8 anni originaria del Mali, ricoverata all’ospedale Fazzi di Lecce. La bambina è stata portata al pronto soccorso dal padre a causa di forti dolori addominali, che lui attribuiva a una caduta avvenuta mentre la piccola giocava con il fratello. Tuttavia, i medici, durante la visita, hanno riscontrato segni di infibulazione, una pratica illegale in Italia.

Inizialmente, il racconto del padre ha suscitato sospetti nei medici, che hanno notato una discrepanza tra i sintomi manifestati dalla bambina e la spiegazione fornita dai genitori. Grazie alle loro osservazioni, le autorità competenti sono state informate e l’infibulazione è stata identificata come la causa probabile di un’emorragia interna che ha reso necessario il ricovero della piccola.

L’indagine della Procura per i Minori ha lo scopo di chiarire le circostanze in cui è avvenuta questa grave violazione dei diritti umani. Gli inquirenti stanno cercando di stabilire quando e dove sia stata effettuata la mutilazione e chi possa essere ritenuto responsabile dell’accaduto. Questo caso evidenzia una situazione allarmante, poiché l’infibulazione fa parte delle mutilazioni genitali femminili (MGF), pratiche che continuano a essere tra le più gravi forme di violazione dei diritti delle donne in alcune comunità soprattutto in Africa e Asia. Tali pratiche sono spesso viste come riti culturali, necessarie per preservare la “purezza” della donna prima del matrimonio.

In Italia, l’infibulazione è vietata dalla legge e rappresenta una violazione non solo della legge ma anche dei diritti umani, con conseguenze devastanti per le vittime, che possono includere problemi fisici permanenti e disturbi psicologici. Questo caso specifico di Lecce mette in luce la necessità di una maggiore attenzione e di interventi efficaci contro le mutilazioni genitali femminili, affinché tali violazioni non si ripetano e affinché ci sia maggiore protezione per le bambine a rischio.

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