A partire da luglio 2025, il circuito Bancomat implementerà un nuovo listino prezzi che adeguarà le commissioni dopo due anni di immobilismo. Il nuovo modello prevede commissioni variabili in funzione del valore degli acquisti: esso comporterà costi più elevati per beni di lusso come gioielli e borse firmate, mentre manterrà commissioni ridotte per piccoli acquisti quotidiani, come caffè e giornali.
Questa evoluzione avviene in seguito all’ingresso del fondo FSI nel capitale di Bancomat, che ora detiene il 44% e rappresenta il principale azionista. Tale investimento ha indotto un cambiamento strutturale, trasformando Bancomat in una vera e propria impresa. Lo scorso giugno è stata data la notizia ufficiale del cambiamento, accompagnata dalla nomina di un nuovo Amministratore Delegato e di un rinnovato Consiglio di Amministrazione.
Le nuove commissioni potrebbero comportare un aumento dei costi per le banche e gli intermediari che collegano i negozianti al circuito di pagamento tramite Pos. Attualmente, le commissioni di Bancomat oscillano tra lo 0,2% e lo 0,3% del costo totale delle transazioni per gli esercenti, con una media complessiva dello 0,7%, inferiore all’1,2% delle carte di credito. Tuttavia, non è ancora chiaro se questi eventuali incrementi saranno assorbiti lungo la filiera o se saranno trasferiti sui commercianti, con potenziali ripercussioni sui consumatori.
Il circuito Bancomat si distingue per la gestione di 29,1 milioni di carte e ha chiuso il 2023 con un fatturato di 52,5 milioni di euro, in crescita dell’8,3% rispetto all’anno precedente. Ogni anno il sistema gestisce oltre 390 milioni di pagamenti e 66 milioni di prelievi, risultando così centrale nei pagamenti digitali in Italia. La modifica delle commissioni potrebbe posizionare Bancomat in una nuova fase operativa, dove le tariffe diversificate potrebbero influenzare le dinamiche di mercato tra esercenti e consumatori.
