In vista della scadenza del 31 ottobre 2024, l’Agenzia delle Entrate ha intensificato i controlli su bar, ristoranti e pasticcerie, affrontando il problema dei redditi sommersi, un fenomeno ben noto e radicato nel settore della ristorazione. Molti esercizi dichiarano redditi insignificanti, a fronte di un’attività economica ben più alta, grazie a una sistematica evasione fiscale. Questo comporta una difficoltà per lo Stato nel monitorare un settore composto da centinaia di migliaia di piccole e medie imprese, caratterizzate da lavoratori impiegati in modo irregolare, complicando ulteriormente l’emersione dei redditi reali.
Il settore si è mostrato capace di adattarsi alle nuove esigenze, nonostante alcuni menu rimangano invariati da decenni. Tuttavia, le transazioni in contante rimangono il metodo preferito per eludere i controlli fiscali. Le autorità fiscali, con risorse limitate, spesso hanno trascurato questi esercizi, giustificando la loro inattività con la necessità di affrontare priorità più elevate o la complessità delle normative fiscali che possono portare le piccole imprese a errori nella dichiarazione dei redditi.
Recentemente, è emerso che nel 2022 i bar, i ristoranti e le pasticcerie hanno dichiarato una media di 12.266 euro, un importo ridicolo rispetto all’effettivo fatturato di molti di questi esercizi. Per contrastare l’evasione, è stata creata una task force composta dall’Agenzia delle Entrate e dalla Guardia di Finanza, che utilizza strumenti di intelligenza artificiale per analizzare i dati fiscali e identificare discrepanze nei redditi dichiarati.
Entro il 31 ottobre, i contribuenti con partita IVA devono decidere se aderire al concordato preventivo biennale, che consente di saldare le imposte dovute in due anni, incentivando la trasparenza con le autorità fiscali. Tuttavia, le aziende con redditi dichiarati bassi potrebbero non esserne favorevoli. Nel 2022, i ristoranti, ad esempio, hanno riportato redditi medi di 15.153 euro, leggermente superati dai tassisti.
In aggiunta, anche le discoteche, con un reddito medio di 17.566 euro, e le pasticcerie, a 12.266 euro, saranno soggette a controlli. Da notare è il caso dei balneari di Rimini, con un reddito medio di 29.841 euro. La situazione varia significativamente a livello regionale, rivelando ulteriormente l’ampia discrepanza nelle dichiarazioni fiscali.